IN ONDA

InBlu2000

Programmi del circuito nazionale

InBlu2000 è l’emittente della Conferenza episcopale italiana del cui circuito fa parte anche Umbria radio. Da radio InBlu arrivano i radiogiornali [...]


Info and episodes

Il cardinale Ravasi a Perugia: «Necessaria una ricostruzione morale che tenga conto della bellezza»

Written by on 24/02/2017

Il cardinale Ravasi a Perugia: «Necessaria una ricostruzione morale che tenga conto della bellezza»

24/02/2017

PERUGIA – Intervista esclusiva del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del pontificio consiglio della cultura, ai microfoni di Umbria Radio in occasione della lectio tenuta a Perugia sul tema della beatitudini.
Oggi sono trascorsi 6 mesi dalla prima forte scossa che ha colpito il centro Italia. Anche la cultura è stata molto scossa dal sisma, è dunque necessaria un ricostruzione culturale? E la Chiesa cosa può fare?
«Da un alto certamente la Chiesa può continuare a ricordare ed è un elemento importante: il ricordo e la memoria. Bisogna fare in modo che questa eredità artistica-culturale non debba solo essere restaurata, ma che ritorni ad essere una sorta di anima che ricorda la grandezza di una cultura e di una fede. Dall’altra parte la Chiesa deve anche collaborare per ricordare che la realtà umana si costituisce come il cuore di un monumento e per questo l’impegno caritativo deve essere ininterrottamente attuato e praticato. Due volti, quindi: il volto del passato, che è affidato ai monumenti, ed i volti delle persone che sono quelle viventi e che renderanno ancora vivi i monumenti».
Il discorso della montagna, definitiva la magna carta del cristiano, quale messaggio  può veicolare alle giovani generazioni, chiamati da papa Francesco ad essere protagonisti del prossimo sinodo dei vescovi?
«Due elementi io ricorderei: quello che riguarda il tema della beatitudine, cioè della felicità, che è uno dei componenti principali dell’esistenza, e tante volte viene confuso con il piacere. La felicità è invece una realtà nella quale si è, è una realtà profonda e globale, che comporta anche la dimensione fisica, ma che trova la sua radice nell’interiorità della persona. Per questo dobbiamo ritornare ad avere una felicità che sia anima dell’esistenza stessa, e che non sia un semplice godimento passeggero. Noi viviamo in una società che è del consumo immediato. Pensiamo a quello che significa il piacere sessuale, e non avere invece la capacità di vivere la dimensione dell’eros, che è tenerezza e sentimento ma anche donazione ed amore.
Ma vorrei ricordare anche l’altro elemento: le beatitudine sono paradossali. Sono infatti una provocazione: gli ultimi della terra, che sono schiacciati dal potere che avanza o da una società preoccupata da componenti esteriori, diventano attori della comunità ecclesiale ed è ciò che la comunità ecclesiale deve fare, cioè mettere al centro i poveri ed i sofferenti, i miti, coloro che hanno la coscienza limpida».
Le beatitudini dunque va verso la direzione di ridurre sempre più il numero degli scarti della società?
«È interessante notare che la parola scarto deriva dall’italiano quarto, cioè scorporare da un quadrato perfetto una parte per poi buttarla via, tanto è vero che noi abbiamo in italiano la parola squartare. Le beatitudini dicono non solo ai potenti, ma anche a chi ha la gestione della società, che proprio questi scarti, queste persone che sembrano non necessarie e che forse danno fastidio, non sono da considerare come squartati dal quadrato della nostra esistenza, in primis ecclesiale ma anche civile. Questo avviene sulla base del fato che la comunità vera è fatta di tutti; c’è infatti un’umanità che è la maggioranza del popolo che cammina insieme con fatica. Lo sguardo di Cristo è soprattutto su costoro».


Umbria Radio in Streaming

Streaming

Current track

Title

Artist