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Università di Perugia, c’è il boom di immatricolazioni: +45%

Written by on 22/10/2020

Università di Perugia, c’è il boom di immatricolazioni: +45%

Tutti i corsi di laurea sono cresciuti in numeri di iscritti, in particolare i nuovi indirizzi

22/10/2020

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Una lezione all'Università di Perugia

Manuela Acito

PERUGIA – È boom di immatricolazioni all’Università degli Studi di Perugia. Ad oggi sono 9.236 i nuovi iscritti all’ateneo perugino. Numeri importanti ha detto giovedì mattina il rettore  Maurizio Oliviero nel corso della conferenza stampa on line con i giornalisti. “Il 45% in più rispetto all’anno scorso – ha sottolineato – quando erano 6.351, un risultato che va al di là delle nostre aspettative. Numeri, quelli di quest’anno, che sono comprensivi anche di scuole di specializzazione e dottorati. I numeri delle sole matricole sono invece 9.050, il 44,5% in più rispetto all’anno scorso. Nei mesi scorsi da parte del mondo universitario nazionale c’era preoccupazione per questa ondata di epidemia, la nostra paura era che ci potessero essere dei cali di immatricolazioni, ma non è stato così. I risultati nella nostra regione sono invece di straordinaria positività. Il nostro Paese, i nostri giovani hanno capito che investire sullo studio è importante”.

Crescita di immatricolazioni in tutti i corsi di laurea

Crescono gli iscritti in tutti i corsi di laurea e in tutti i dipartimenti – ha sottolineato ancora Oliviero – “in particolare nei nuovi corsi di laurea, su cui abbiamo iniziato a investire”. 9 su 16 dipartimenti hanno avuto una crescita di immatricolazione superiore al 16%, quattro addirittura del 30%: sono il Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie, del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione, del Dipartimento di Medicina Sperimentale e del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche.

Dato ulteriormente importante è che il 47% delle nuove immatricolazioni provengono da fuori sede. “Siamo cresciuti nelle iscrizioni regionali, ma dato ancora più importante è la crescita degli iscritti da tutte le regioni, nessuna esclusa, comprese le province autonome: Lombardia, Veneto, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Sicilia, Sardegna, ma soprattutto dal Sud. Siamo tornati ad essere un’università nazionale” – ha rimarcato soddisfatto Oliviero.

Si tratta comunque di un dato parziale, anche se consolidato. Per avere i numeri totali si dovrà aspettare il 31 dicembre, anche in virtù della proroga delle immatricolazioni.  “Si tratta di studenti che contribuiranno all’economia del territorio – ha sottolineato il Rettore –  Non è importante solo l’impatto numerico, ma anche leggere qualitativamente questo impatto numerico che per noi è fondamentale. Non è importante soltanto  la declinazione che si tratta di studenti che arrivano e contribuiscono all’economia locale, ma contribuiscono a quella che io chiamo economia culturale. In qualche modo è come se il Paese tutto ritornasse a leggere nelle potenzialità del nostro Ateneo una grande occasione di crescita e di studio”. Il 60% delle matricole è rappresentato da donne, il 40% da maschi, il 4,5% sono stranieri e provengono da tutta l’Europa”.  Crescono inoltre tutti i dipartimenti e tutti i corsi di laurea e sono quest’ultimi a registrare degli incrementi importantissimi.

“Le ragioni dell’incremento – ha proseguito Oliviero – sono diverse in primis quella di comunicare da subito, sin da luglio, che avremmo fatto la didattica mista. Nella prima fase dell’emergenza sanitaria – ha ricordato -, quando a livello nazionale nessun ateneo era preparato, l’Università degli Studi di Perugia è riuscita a trasferire tutta la didattica on line nel giro di una settimana.  Il nostro orientamento a distanza ha avuto visualizzazioni altissime”. E poi la scelta di privilegiare la qualità sulla quantità; l’estensione della “no Tax area” a 30.000 euro di ISEE – “una decisione coraggiosa e un investimento importante – ha evidenziato Oliviero – su cui credo fermamente che dovremo scommettere, come Ateneo e come paese anche in futuro, perché il Diritto allo studio è il cardine della nostra proposta di università” -; la capacità di intercettare nuove dinamiche formative, che proseguirà in futuro con particolare attenzione alla sede di Terni.


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