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Umbria Jazz, un magico incrocio tra Oriente e Sud America

Written by on 13/07/2017

Umbria Jazz, un magico incrocio tra Oriente e Sud America

13/07/2017

PERUGIA- Atmosfere decisamente magiche, quelle create dal doppio appuntamento della sesta serata di Umbria Jazz. Questo, a partire dal primo concerto all’Arena Santa Giuliana che ha visto salire sul palco il duo formato da Hiromi ed Edmar Castaneda : un incontro, quello tra la pianista giapponese e l’arpista colombiano avvenuto la prima volta al Blue Note di New York, meno di un anno fa. Due virtuosi del proprio strumento, che il pubblico di UJ conosce bene, visto che entrambi devono la propria notorietà grazie alla kermesse perugina, per la vivacità che ha contraddistinto le loro esibizioni con i propri gruppi in più di un’edizione. E, anche ieri sera, non hanno certamente deluso. Linee armoniche raffinate e precise, assoli entusiasmanti, per una solida collaborazione che li vede protagonisti di un tour mondiale, che ha fatto tappa anche da noi. Un’esibizione, che li ha visti confrontarsi con classici di autori quali Duke Ellington e Charlie Parker, colonne sonore per il cinema (quella del primo episodio della saga di Star Wars, firmata da John Williams, con il ragtime di Cantina Theme), omaggi ad artisti quali Jaco Pastorius (To Jaco), fino alla suite dedicata ai quattro elementi dell’Universo (Water, Eart, Wind, Fire), che ha chiuso il concerto. La seconda parte, invece, è stata dedicata al tributo fatto alla regina della Salsa  Celia Cruz dalla cantante africana, originaria del Benin, Angelique Kidjo. L’artista, vincitrice di tre Grammy Award e di vari riconoscimenti quali quelli di ambasciatrice di Amnesty International ed Unicef, per il proprio impegno in campagne a favore dei Diritti Umani e dell’Infanzia, con questo concerto ha fatto il proprio debutto ad Umbria Jazz. Un primo concerto, che è stato un omaggio ad una icona assoluta della musica latina, un’artista che UJ ha più volte ospitato, fatto assieme alle travolgenti percussioni di Pedrito Martinez.
Altro tributo, ma diversa location quella del Teatro Morlacchi, per Tango Suite, remembering Astor Piazzolla andata in scena sempre ieri sera per gli appuntamenti Round Midnight, che ha visto protagonista il bandoneon di Daniele di Bonaventura assieme agli archi dell’Orchestra da Camera di Perugia. Un emozionante e raffinato viaggio nell’universo del tango, a venticinque anni dalla scomparsa del grande musicista argentino, riletto da uno dei suoi più colti e sensibili cultori. Un percorso, fatto attraverso anche ad altri importanti compositori argentini come Carlos Gardel e Angel Villoldo, che del genere musicale fu uno dei pionieri, che hanno fatto da introduzione ad una composizione originale, scritta per l’occasione, dello stesso di Bonaventura da lui dedicata al Maestro del tango nuevo. Una passione per questa musica, e per il suo autore, che il musicista marchigiano ha confessato di aver scoperto dopo aver assistito nel 1986 ad un suo concerto in duo con il vibrafonista Gary Burton. Una musica affascinante e misteriosa, che è riuscita ad incantare il pubblico presente, in una dimensione, quella del bandoneon e dell’orchestra da camera, prediletta dallo stesso Piazzolla e spesso da lui scelta per i suoi concerti. Applausi calorosi alla fine del concerto, che, nonostante la tarda ora, è stato seguito da un pubblico attento, suggellato dall’esecuzione di un celeberrimo brano, Oblivion.

 

 


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