di Enrico Tribbioli 

Successo per il primo fine settimana di Umbria Jazz 22, prima di tutto dal punto di vista del pubblico. Secondo le stime provvisorie, si attestano, infatti, intorno ai sei mila i paganti tra l’Arena Santa Giuliana, soprattutto, il Teatro Morlacchi e la Sala Podiani alla Galleria Nazionale dell’Umbria.

Sul solco delle edizioni pre Covid, il Festival dedicato alla musica afroamericana e non solo è, quindi, iniziato sotto i migliori auspici. Questo, grazie anche alla spinta data dalle due serate tutte da ballare dedicate al Brasile e a Cuba. Quella si sabato 9, con Marisa Monte, cantante, songwriter, produttrice famosa per aver dato vita al progetto Tribalistas (assieme, tra gli altri, a Carlinhos Brown e Arnaldo Antunes) e Gilberto Gil vera leggenda della musica popolare brasiliana, che ha diviso il palco con la sua coloratissima famiglia. Ieri sera, invece, avvio di serata con il Duo composto dal pianista Gonzalo Rubalcaba e dalla voce di Aymée Nuviola, in una dimensione più intima e raccolta rispetto alla passata edizione quando avevano presentato il progetto Viento y tiempo. Di seguito, tutta l’energia di Cimafunk, un po’ rapper, un po’ soulman, fenomeno più innovativo degli ultimi tempi della musica caraibica. Ma non di meno, con la serata inaugurale che ha visto in apertura la marchin band dei Funk Off accompagnare il chitarrista Mark Lettieri fare da apripista all’atteso concerto della cantante Joss Stone per una tappa del suo Never Forget My Love tour.

Ma gli appuntamenti di maggior successo, sono stati i concerti gratuiti in Piazza IV Novembre, in Piazza Matteotti e ai Giardini Carducci, tornati dopo due edizioni che hanno visto un’ottima partecipazione da parte del pubblico, in risposta ad una proposta musicale di qualità. A cominciare dal pianista Mathis Picard, che potrebbe rappresentare la rivelazione dell’edizione estiva di Umbria Jazz.

Questa sera, invece, all’Arena Santa Giuliana gradito ritorno per Jamie Cullum cantante, pianista e compositore britannico con la sua proposta che spazia tra soul, hip hop, rock e pop. Attesa, poi, per l’arrivo al festival del trio del chitarrista Christone Kingfish Ingram indicato dalla critica come il futuro del blues