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Treofan, i lavoratori tornano a protestare contro la chiusura

Written by on 09/02/2021

Treofan, i lavoratori tornano a protestare contro la chiusura

Sindacati di categoria e Rsu occupano da oggi lo stabilimento, dopo il No definitivo alla reindustrializzazione. Da giovedì, potrebbero partire le lettere di licenziamento per 142 dipendenti. Solidarietà anche da parte di Confcommercio Terni

09/02/2021

Un manifestazione degli operai Treofan

TERNI- Tornano a protestare i lavoratori della Treofan di Terni,  dopo che anche nell’ultimo incontro la trattativa tra sindacati e liquidatore dell’azienda del polo chimico (di proprietà della Jindal), è andata fallita. Questo, a due giorni dalla conclusione della procedura, che ha visto la chiusura verso ogni richiesta  reindustrializzazione del sito.

Da giovedì 11 febbraio, alla scadenza della procedura, dunque, potrebbero partire le lettere di licenziamento per i centoquarantadue dipendenti, la maggior parte dei quali ultracinquantenni, ancora lontani dall’età pensionabile.

Sindacati di categoria e Rsu hanno quindi deciso, da oggi, l’occupazione dello stabilimento.

I dipendenti, si sono ritrovati all’interno del sito (specializzato nella produzione di film in polipropilene), dove sono stati affissi degli striscioni di protesta, in direzione della proprietà Jindal.

Erano presenti anche il sindaco di Terni Leonardo Latini e l’assessore comunale allo Sviluppo economico, Stefano Fatale. La speranza dei lavoratori e dei sindacati è comunque che possa esserci ancora uno spiraglio nella trattativa per continuare a lavorare.

“Si sta verificando l’epilogo che temevamo -ha spiegato uno di loro- la chiusura è il risultato di politiche sbagliate che lasciano che imprenditori esteri vengano in Italia per prendere la produzione e farla loro. Ci aspettavamo qualcosa di più dalle istituzioni, ma il Governo, e non solo lui, latita”.

 

“Il liquidatore ha fatto sapere che Jindal non ha accettato le proposte sindacali -sottolinea il vice segretario nazionale di UGL Chimici, Eliseo Fiorin– confermando il licenziamento e avanzando ulteriori pretese come la richiesta di portare via gli impianti dello stabilimento da subito.

Siamo sbalorditi dall’atteggiamento della società indiana che, di fatto, chiude il sito ternano tenendo per sé le commesse. Tutto ciò è inqualificabile. Per questo motivo sosterremo i lavoratori nella lotta e li affiancheremo legalmente per le azioni che vorranno intraprendere. Domani informeremo il Mise di quanto accaduto e gli stessi lavoratori che si riuniranno in assemblea”.

Intanto, Confcommercio di Terni, in una nota diffusa oggi, sostiene la lotta dei lavoratori della Treofan, condividendone pienamente le ragioni.

“La scellerata decisione di chiusura da parte della multinazionale indiana Jindal -commenta il presidente Stefano Lupi– crea un’ulteriore ferita nel tessuto economico del nostro territorio, gettando nella disperazione centoquarantadue famiglie oltre ai lavoratori dell’indotto.

La dignità delle persone va tutelata e salvaguardata, nel mantenimento e nella tenuta di un territorio che da sempre vede nel lavoro la propria espressione di comunità. La cancellazione di questa fabbrica impoverisce tutti, procurando in filiera danni anche ad altri settori economico – produttivi.

Non vi può essere commercio e terziario senza le attività primarie. Al momento non vi è nessuna ipotesi di reindustrializzazione del sito produttivo, segnando in tal senso la proprietà, la cancellazione di una azienda sacrificata su becere logiche di mercato, non già perché non profittevole.

Rifiutiamo questo modo corsaro di intendere l’economia ed i rapporti con i lavoratori ai quali va la nostra massima solidarietà e vicinanza in questa vertenza che è dell’intera città di Terni.

Per questi motivi -conclude il presidente Lupi– siamo al fianco dei nostri concittadini, padri di famiglia, in questo difficile e complicato momento”.


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