
Terrorismo, smantellata una cellula jihadista tra Perugia e Milano
Written by redazione on 23/03/2017
Terrorismo, smantellata una cellula jihadista tra Perugia e Milano
23/03/2017
PERUGIA – Blitz antiterrorismo del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Perugia e dalla polizia di Stato. L’operazione, denominata ‘Da ‘Wa’, ha portato allo smantellamento di una cellula terroristica operativa tra Perugia, Milano e la Germania. Le indagini hanno portato all’arresto di 4 persone – 3 tunisini e un marocchino – che facevano proselitismo sul web.
Profili A tutti gli indagati è stata contestata l’istigazione a delinquere con l’aggravante di aver commesso il fatto attraverso l’uso del mezzo informatico, con finalità di terrorismo. Sono anche state eseguite due perquisizioni a carico di altri due extracomunitari, mentre un terzo soggetto (anche lui tunisino) residente a Perugia ed in regola con il titolo di soggiorno, sarebbe al momento irreperibile sul territorio nazionale. L’indagine è partita dal monitoraggio della rete web: gli indagati usavano più profili Facebook, tutti a loro riconducibili, usando quasi sempre connessioni ‘wireless’ che ne assicuravano l’anonimato. Ad eccezione di un cittadino tunisino, regolare, che svolgeva saltuaria attività lavorativa come pizzaiolo, tutti gli altri indagati si trovano in posizione irregolare sul territorio nazionale, sostanzialmente senza fissa dimora e dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Il Procuratore I soggetti inneggiavano sul web “alla guerra santa, al martirio e alla jiad” con l’obiettivo di avvicinare “all’Islam radicale” i presunti appartenenti alla cellula terroristica. Lo ha spiegato il procuratore di Perugia Luigi De Ficchy nel corso della conferenza stampa in questura per illustrare l’indagine. “La loro intenzione – ha detto il magistrato riferendosi agli stranieri coinvolti – era di entrare nelle coscienze di quanti comunicavano con loro, per indurli anche a cambiare i loro stili di vita. Questo per portarli su posizioni dell’Islam radicale e convincerli a raggiungere i luoghi dove l’Isis combatte”.
(Servizio in aggiornamento)