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Terni Festival. Spazio alla Creazione Contemporanea

Written by on 20/09/2017

Terni Festival. Spazio alla Creazione Contemporanea

20/09/2017

TERNI- Sperimentazione, rischio culturale e dimensione internazionale. Sono questi, da sempre, gli aspetti che caratterizzano il Terni Festival – Internazionale della Creazione Contemporanea, la manifestazione progettata dal Teatro Stabile dell’Umbria e curata da IndisciplinArte. Dopo l’anteprima dello scorso fine settimana dedicata alla trilogia sull’identità di Livia Ferracchiati e alle coreografie della compagnia francese Cie Nacera Belaza, la rassegna prende avvio questa sera per proseguire fino a domenica 24 settembre. Giunta alla sua 12esima edizione, la manifestazione interamente dedicata alla trasversalità delle arti performative e pubbliche, quest’anno si caratterizza in maniera sempre più incisiva come spazio di scambio e incontro tra esperienze italiane ed internazionali dei più diversi generi espressivi, dando luogo a dibattiti, eventi, laboratori e progetti fotografici.
Paesaggi, è il tema del progetto di quest’anno che nasce dalla condivisione di quattro artisti Michele Di Stefano, Leonardo Delogu, Veridiana Zurita e Friso Wiersum, che affiancano  le curatrici Linda Di Pietro e Chiara Organtini, su cui si muoveranno i due principali scenari immaginari attraversati dagli eventi dell’edizione 2017 del Terni Festival.
Il primo, Garden state, ideato dal collettivo MAMAZA, è parte di una serie di progetti che operano a cavallo tra performance, coreografia e installazioni denominati Enacted thoughts, pensieri in atto, coordinati da Fabrice Mazliah. Al Terni Festival, l’artista ha ri-creato la propria versione inedita del Garden State, trasformando la Sala Carroponte del CAOSCentro d’Arte ex Opificio Siri, cuore nevralgico della manifestazione in un giardino comune, esotico ed effimero; composto da una collezione di piante private raccolte porta a porta nelle case degli abitanti di Terni, è una vera e propria foresta addomesticata, offerta alla città come zona franca da usare e abitare, in cui condividere e sognare insieme.
Il secondo, The museum of the moon, dell’artista inglese Luke Jerram, è una gigantesca luna del diametro di 7 metri che riproduce una dettagliata immagine del satellite rielaborata su di una foto di 120 dpi di proprietà della NASA. L’installazione, una fusione d’immagini e suoni, atterrerà questa sera alle 19.30 al CAOS illuminando il vicinato.
All’interno di questa natura artificiale, gli artisti condivideranno con il pubblico percorsi di visione e partecipazione: danze e incursioni in miraggi esotici come Bermudas di Michele Di Stefano, camminate all’alba e al tramonto come nuovi rituali con Friso Wiersum e momenti quotidiani legati al cibo trasformati in tappe non ordinarie anche grazie a Rares Craiut e il suo cooking show dedicato al ripensamento della cucina tradizionale. Avvicinarsi allo stupore e alla scoperta, con i lavori del Collettivo Strasse e di Lotte Van den Berg, di Danio Manfredini, Marialena Marouda e Marte Scholz o Dewey Dell.
Questo, il messaggio del Terni Festival 2017, una chiamata a partecipare e unire le nostre immaginazioni per riscattare l’idea del declino e dell’impossibilità di produrre cambiamenti nella realtà che ci circonda, un’energia che può nascere solo da una moltitudine, da una comunità.
 


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