Accertamenti del personale
Il personale sanitario ha svolto accertamenti, stabilendo che il paziente aveva un infarto in corso, il cosiddetto “infarto non stemi”, un quadro meno grave ma che richiede comunque tempestività e un percorso ben preciso, in cui è ovviamente centrale la figura del cardiologo. Il fatto è accaduto nelle ore serali/notturne, quando a Spoleto non c’è il cardiologo. Per questo motivo il pronto soccorso del San Matteo degli Infermi di Spoleto si è attivato per trasferire il paziente a Foligno. Un trasferimento che però non c’è mai stato, perché trattandosi del quadro meno grave ed essendo il San Giovanni Battista oberato di lavoro, il paziente non sarebbe stato preso in carico nel nosocomio folignate. Poche ore dopo il paziente è deceduto.
L’opposizione e Sisti
“Apprendiamo con profonda preoccupazione la notizia del decesso della 70enne rimpallata tra Foligno e Spoleto per la mancanza dello specialista” dichiara il capogruppo in consiglio regionale del Pd, Simona Meloni, sottolineando però che “quello che ci amareggia è però che l’intervento della Regione arrivi sempre dopo un’emergenza”. “A Spoleto una persona di 70 anni è morta dopo essere arrivata con un infarto all’ospedale perché non c’era disponibile il cardiologo, nonostante il San Matteo degli infermi sia almeno sulla carta un Dea di Primo livello. Quanto accaduto è inqualificabile. Non entriamo ovviamente nel merito di questioni mediche, ma è evidente che senza una guardia cardiologica h24 non può esistere alcun ospedale”, dichiara il consigliere regionale Thomas De Luca (M5s) annunciando un’interrogazione sull’argomento. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Spoleto Andrea Sisti chiedendo ripristino immediato della Cardiologia, che dall’ottobre 2020 non è più un reparto, non avendo i posti di degenza e se questo non accadrà Sisti si dice pronto a scendere in piazza.