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Sisma, doccia fredda dall'Ue: ridotto il finanziamento per la ricostruzione

Written by on 30/03/2017

Sisma, doccia fredda dall'Ue: ridotto il finanziamento per la ricostruzione

30/03/2017

PERUGIA – Si riduce il finanziamento dell’Unione Europea per la ricostruzione nelle zone colpite dal sisma. Mercoledì, durante la riunione degli ambasciatori dei 28 paesi dell’Unione Europea è stata rivista al ribasso la proposta della Commissione che consentiva il finanziamento al 100% della ricostruzione con i fondi europei. I rappresentanti hanno deciso di portare il finanziamento al 90% e vari paesi hanno avanzato riserve chiedendo che si mantenesse un’aliquota di co-finanziamento nazionale. Il compromesso è stato raggiunto fissando la quota nazionale al 10%. La decisione ora è nelle mani del Parlamento Europeo.
Reazioni in Italia Per il rappresentante permanente italiano, l’ambasciatore Maurizio Massari, si è trattato di “una discussione assolutamente surreale. E’ evidente a tutti che la proposta della Commissione, che abbiamo molto apprezzato, era un atto importante di solidarietà politica nei confronti delle nostre popolazioni terremotate: ma non aggiungeva nuovi fondi, non introduceva nuovi criteri per lo stanziamento, e soprattutto non andava ad inficiare i pilastri della politica di coesione” ha proseguito l’Ambasciatore. Insomma, non si trattava di una questione di soldi (l’ammontare di fondi Ue assegnato resta uguale), ma di principi. Se si vuole dimostrare solidarietà politica in circostanze così tragiche, questa deve essere piena, non ha senso circoscriverla con la contabilità E’ come dire: siamo, come europei, solidali al 90%”.
La presidente Marini “Mi auguro che i governi non facciano prevalere gli egoismi nazionali rispetto alla solidarietà europea”. E’ stata questa la reazione della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, vice commissario straordinario della ricostruzione, alla decisione degli ambasciatori dei 28 . “Noi confidiamo nell’impegno che ha assunto la Commissione europea – ha aggiunto la presidente – che ha sottoposto una proposta per il governo italiano di far sì che le risorse che vanno alla ricostruzione siano al 100% a carico della Commissione europea e non siano cofinanziate dal governo nazionale. Il fatto che alcuni ambasciatori che rappresentano vari governi europei si siano opposti a questo la dice lunga sull’idea della solidarietà”.
Segnale “È un cattivo segnale, perché stiamo vivendo in tempi in cui bisogna mostrare solidarietà con le persone che ne hanno bisogno”. Così la commissaria Ue alla Politica Regionale, Corina Cretu, commenta la decisione presa ieri daglii ambasciatori dei 28 Stati Ue d’introdurre una quota del 10% di cofinanziamento nazionale per le opere di ricostruzione post-disastri naturali, invece che consentire di finanziarle al 100% con fondi europei. La proposta di cambiare il regolamento del fondo Fesr era stata avanzata nel novembre scorso dalla stessa Cretu, che ora confida “che gli Stati membri possano comprendere che oggi tocca all’Italia, ma domani potrebbe essere un altro Paese”.
Passerelle “Se gli europarlamentari vengono in Umbria solo per le passerelle e per concedersi ai flash dei fotografi sotto la statua di San Benedetto a Norcia, è bene che non tornino. Tajani è italiano e ora vogliamo vedere se darà dignità agli italiani e ai terremotati cui è dovuto il rispetto”: lo dice il consigliere regionale umbro di Fratelli d’Italia, Marco Squarta, riguardo alla decisione dell’Unione europea di finanziare solo il 90 e non il 100 per cento della ricostruzione nelle zone colpite dal sisma. “Venerdì scorso Tajani – dice Squarta – ha spiegato che dall’Ue arriveranno 1,2 miliardi di euro e fino a un massimo del 5 per cento del totale nazionale senza bisogno di cofinanziamento dei fondi regionali. Ora, invece, il voltafaccia degli ambasciatori”.


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