Scuola, a Perugia la protesta di studenti e famiglie: “Noi dimenticati”
Written by francescomariucci on 10/03/2021
Scuola, a Perugia la protesta di studenti e famiglie: “Noi dimenticati”
La manifestazione "DAD Dimenticati A Distanza" è stata organizzata dal comitato Priorità alla Scuola con genitori, docenti e alunni
10/03/2021
PERUGIA – Si è tenuta mercoledì pomeriggio a Perugia sotto il Palazzo della Regione la manifestazione “DAD Dimenticati A Distanza”, organizzata dalla delegazione umbra del comitato Priorità alla Scuola formato da genitori, insegnanti e studenti che da tempo chiedono con forza investimenti per una nuova centralità della scuola, oltre alla tempestiva riapertura in sicurezza. La manifestazione, ha coinvolto un gran numero di persone, bambini e ragazzi compresi, che hanno manifestato contro il ripetuto ricorso alla didattica a distanza e per il ritorno alla scuola in presenza.
Priorità alla scuola
Dichiarano i rappresentanti del comitato: “Gli studenti umbri vantano un record negativo: sono quelli che per più tempo sono stati in didattica a distanza in tutta Italia. Dopo un anno di attesa, per mettere in sicurezza la scuola da parte di Stato, Regioni e Comuni è stato fatto poco o quasi nulla. Priorità Alla Scuola da tempo chiede di riaprire le scuole investendo in una massiccia campagna di screening, accelerazione del piano vaccinale, potenziamento e messa in sicurezza dei trasporti. E inoltre in prospettiva del nuovo anno, stabilizzazione dei precari, assunzioni adeguate di personale docente e ATA e riduzione del numero di alunni per classe. Le cosiddette classi pollaio infatti non sono più ammissibili né dal punto di vista didattico né tanto meno da quello della sicurezza sanitaria”.
Danni sociali e psicologici per i ragazzi
Il comitato denuncia poi le gravi conseguenze sociali e psicologiche connesse alla prolungata chiusura delle scuole: “Mentre aumentano a dismisura l’abbandono scolastico e le disuguaglianze, la salute mentale dei ragazzi è diventata l’altra grande emergenza del paese. Malessere psicofisico, apatia, dipendenza da internet, alterazione del ritmo sonno – veglia e nei casi più gravi, ansia, depressione, autolesionismo sono all’ordine del giorno. In tanti, tra medici e sociologi, denunciano la situazione”.
E a proposito del rischio contagi nelle scuole dichiarano: “È normale che la scuola, pur essendo un posto relativamente sicuro, anzi più sicuro di molti altri, non sia un posto a rischio zero. Ma mentre non è chiaro quanto la chiusura delle scuole possa incidere positivamente sull’andamento dei contagi, è invece ormai chiarissimo quanto incida negativamente sulla qualità della vita e sul benessere di bambini, ragazzi, genitori e con loro sulla società tutta. Investire o meno sulla scuola in presenza è una questione di priorità e di scelte politiche”. Dopo la manifestazione di oggi il comitato ha in programma di proseguire la mobilitazione fino all’appuntamento del 26 marzo, giorno in cui è stata indetto uno “sciopero sociale” a livello nazionale.
Le voci e le immagini della protesta