
Sciopero del trasporto pubblico locale proclamato per sabato 1 aprile
Written by enricotribbioli on 28/03/2023
Sciopero del trasporto pubblico locale proclamato per sabato 1 aprile
Mobilitazione indetta in Umbria da Filt Cgil e Faisa Cisal, dopo il rinvio del 13 marzo a causa del terremoto
28/03/2023

Un mezzo del trasporto pubblico locale
C’è una nuova data per lo sciopero del trasporto pubblico locale in Umbria: sabato primo aprile lavoratrici e lavoratori, torneranno ad incrociare le braccia, per la quinta volta, contro le scelte della Regione Umbria.
Ad annunciarlo in una nota diffusa oggi, sono le rappresentanze sindacali di Filt Cgil e Faisa Cisal, che avevano rinviato la protesta originariamente fissata per venerdì 13 marzo, a causa del terremoto che aveva colpito il giorno precedente l’Alta Umbria, nella zona al confine tra i comuni di Umbertide e Perugia.
“Questa nuova giornata di sciopero -spiegano Ciro Zeno, segretario generale della Filt Cgil dell’Umbria, e Christian Di Girolamo, segretario Faisa Cisal– si è resa necessaria perché lavoratrici e lavoratori del tpl umbro vivono sempre di più una condizione di incertezza e preoccupazione per il proprio futuro.
Incrociando le braccia, con un nuovo sacrificio economico, vogliono mandare un messaggio alla Giunta regionale: ascoltateci, prendete in considerazione la voce di chi quotidianamente garantisce il diritto alla mobilità alle cittadine e ai cittadini umbri e quindi fermate il progetto di spacchettamento e privatizzazione del trasporto pubblico locale”.
Uno sciopero per sacrosante rivendicazioni
Secondo Filt Cgil e Faisa Cisal, è proprio la mancanza di ascolto e il silenzio che è calato intorno alla gara, insieme all’incertezza sui suoi tempi, a rendere necessario lo sciopero, per rialzare l’attenzione sulle sacrosante rivendicazioni di lavoratrici e lavoratori del settore.
“Il nostro obiettivo è sempre lo stesso -concludono Zeno e Di Girolamo- preservare la qualità di un servizio di interesse pubblico, che deve garantire il diritto alla mobilità delle persone in tutta la nostra regione, e difendere i posti di lavoro e la dignità delle donne e degli uomini che rappresentiamo. In questo senso ci aspettiamo un segnale di responsabilità da parte della politica regionale”.