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Raggiunto l’accordo per il riconoscimento economico al personale sanitario

Written by on 26/02/2021

Raggiunto l’accordo per il riconoscimento economico al personale sanitario

"Grande attenzione da parte della Regione Umbria" ha commentato l'assessore alla Salute Coletto. Mobilitazione, intanto, stamani dei sindacati davanti all'Ospedale di Foligno

26/02/2021

sanità precari umbria

Raggiunto l'accordo, tra Regione Umbria e sindacati, per il riconoscimento economico al personale sanitario

PERUGIA- Raggiunto, dopo un percorso di condivisione con le Organizzazioni sindacali della Dirigenza e del Comparto, l’accordo per proseguire l’azione di riconoscimento economico nei confronti del personale sanitario impegnato nella gestione dell’emergenza Covid-19 in Umbria. Prevede che il 25 per cento delle risorse stanziate andrà alla dirigenza medica e sanitaria, un milione 734.671 di euro, e il 75 per cento al comparto sanitàcinque milioni 431.295 di euro.

“L’accordo odierno – commenta l’assessore alla Salute della Regione Umbria, Luca Coletto– che rappresenta il punto di sintesi di una lunga serie di incontri ai quali ha partecipato anche la presidente Donatella Tesei che dimostra la grande attenzione dell’amministrazione regionale verso i lavoratori della sanità che in questo ultimo anno si sono profusi con professionalità e senso di abnegazione, nel garantire l’assistenza ai cittadini per la migliore tutela della loro salute“.
Nonostante l’accordo per il riconoscimento economico al personale sanitario sia stato raggiunto, un presidio sotto le bandiere di Cgil, Cisl e Uil , si è svolto stamani davanti all’ingresso dell’Ospedale San Giovanni Battista di Foligno.  Una mobilitazione, hanno spiegato i sindacati della funzione pubblica, per dire che così la situazione non è più sostenibile e che il personale (comprese ditte esterne e cooperative) è arrivato al limite.
Molte lavoratrici e molti lavoratori del nosocomio hanno voluto manifestare, naturalmente nel rispetto di distanze e misure di sicurezza, per denunciare una situazione che ancora una volta ha superato i livelli di guardia.
Tre in particolare gli aspetti più critici.
Il primo, sul quale i sindacati battono ormai da oltre un anno, è quello delle mancate assunzioni di personale stabile. Più volte promesse (addirittura 1550, ha annunciato la Regione), ma ancora ferme al palo, mentre si continua a ricorrere a contratti a termine e agenzie interinali, con le regioni limitrofe che hanno rafforzato notevolmente i propri organici anche attingendo alle professionalità presenti in Umbria. Questo naturalmente comporta un sovraccarico di lavoro per il personale attualmente in servizio, che è da mesi sotto l’onda della pandemia senza possibilità di riposo.
Il secondo problema, è il nodo dell’organizzazione interna ai presidi, fondamentale soprattutto per un ospedale misto come quello di Foligno, che sarebbe dovuto restare Covid-free, ma in realtà oggi ospita circa cinquanta pazienti Covid, di cui dieci in terapia intensiva. Il tutto però senza aver previsto, secondo i rappresentanti sindacali, un’adeguata separazione di spazi e percorsi.
Infine, c’è il grande tema delle vaccinazioni, che hanno lasciato fuori una fetta importate di personale che opera all’interno del nosocomio, come le lavoratrici delle ditte di pulizie, non solo non vaccinate, ma nemmeno sottoposte a tamponi periodici per lo screening, come avviene invece per i sanitari.
“Tutto questo non solo mette in ginocchio il personale di questo come di molti altri ospedali dell’Umbria -hanno sottolineato Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl– ma crea pericolo per la popolazione e per l’utenza. È quindi nell’interesse generale che chiediamo alla Regione di smetterla con chiacchiere e false promesse e cominciare a dare risposte concrete, nell’interesse della tutela della salute cominciando prima di tutto ad ascoltare e recepire le proposte e i consigli che arrivano da lavoratrici e lavoratori“.

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