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Sfruttamento della prostituzione, estorsione e truffa: 5 arresti a Perugia

Written by on 16/03/2022

Sfruttamento della prostituzione, estorsione e truffa: 5 arresti a Perugia

Scoperto un traffico di donne dalla Romania all'Italia costrette a prostituirsi

16/03/2022

Una Volante

Una Volante

Sfruttamento della prostituzione, estorsione ed indebita percezione del reddito di cittadinanza. La polizia e la Guardia di finanza di Perugia hanno arrestato martedì cinque persone, due in carcere e tre agli arresti domiciliari – mentre altri sei sono destinatari delle stesse misure ma al momento non reperibili sul territorio italiano – indagati a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, estorsione, truffa ai danni dello stato avendo percepito indebitamente in pochi mesi 22 mila euro di reddito di cittadinanza. Oltre a beni e auto di lusso, avevano terreni e immobili in Romania, loro paese di origine. A seguito delle indagini è scattato il sequestro di una serie di beni, tra cui 8 auto di lusso, per un valore complessivo di 256 mila euro, considerato il provento dello sfruttamento della prostituzione. L’operazione ha portato alla luce un traffico di donne dall’Italia alla Romania che con minacce e violenza, venivano costrette, a prostituirsi.

Le indagini in 7 provincie italiane

L’operazione, che ha interessato la provincia di Perugia, Roma, Milano Pavia, Lodi, Fermo e Mantova, era partita ad agosto 2020, dopo la denuncia di un tentativo di estorsione realizzato da tre rumeni ai danni di un uomo che, dopo aver incontrato un loro connazionale all’interno di una abitazione privata a Perugia, si era appropriato di 900 euro, contenute all’interno di un borsello da donna. L’uomo a quel punto era diventato il bersaglio del gruppo che pretendeva, anche con minacce di morte, la restituzione di una somma di 3mila euro. Da questo episodio sono partite le indagini che hanno consentito di scoprire l’esistenza del sodalizio, operante a Perugia, composto da uomini e donne, tutti originari della regione di Slatina, nell’area meridionale della Romania, che costringeva giovani connazionali a prostituirsi.

Traffico di donne dalla Romania

Il gruppo reclutava le ragazze in Romania, donne spesso legate  sentimentalmente ai componenti dell’organizzazione, organizzando e favorendo il loro ingresso nel territorio italiano, per poi obbligarle a  prostituirsi con minacce e violenze. Le vittime erano costrette a prostituirsi di girono, in appartamenti presi in affitto anche attraverso ‘pubblicizzazione’ su siti internet, e di notte, lungo le strade della città, dove gli indagati gestivano le aree di sosta delle ragazze, intervenendo all’occorrenza, per dirimere controversie tra di loro, imponendo una condizione di ‘assoggettamento assoluto’, sottolinea la polizia in una nota. Le indagini hanno consentito di ricostruire numerosi episodi di violenza fisica e psicologica ai danni delle donne, soprattutto quando queste si rifiutavano di lavorare o non guadagnavano abbastanza. Il guadagno ottenuto dal giro di prostituzione, specificano gli agenti, è risultato molto significativo, nell’ordine di migliaia di euro al giorno, che veniva intascato dai componenti del gruppo. Altri sei cittadini rumeni, attualmente irreperibili sul territorio italiano, sono destinatari degli stessi provvedimenti. Le ricerche della polizia saranno estese anche all’estero.

Truffa ai danni dello stato

Dagli accertamenti patrimoniali  del GICO del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Perugia nei confronti dei soggetti del gruppo, è emerso che i soggetti avevano una elevata disponibilità economica a fronte dell’assenza di fonti reddituali ufficiali. I soggetti, infatti, risultavano avere numerose auto di lusso, Porsche, Mercedes, Audi e Bmw, nonché immobili e terreni in Romania, sebbene avessero avuto accesso al beneficio del reddito di cittadinanza. Nello specifico, in pochi mesi, avevano già ottenuto indebitamente oltre 22 mila euro, somma che sarebbe ulteriormente lievitata senza la tempestiva comunicazione all’Inps. All’esito delle indagini patrimoniali, il Gip ha disposto il sequestro dei beni degli indagati al fine di ripristinare il danno procurato all’erario, nonché di otto auto, per un valore complessivo di 256 mila euro, ritenuti dagli investigatori il frutto dell’attività di sfruttamento della prostituzione.


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