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Pietralunga, torna il campo antimafia di Libera Umbria

Written by on 19/08/2022

Pietralunga, torna il campo antimafia di Libera Umbria

Dal 21 al 28 agosto coinvolti 25 ragazzi provenienti da tutta Italia all'insegna di E!State Liberi

19/08/2022

libera umbria pietralunga

I volontari di Libera Umbria nel terreno confiscato alla ’ndrangheta in località Col della Pila a Pietralunga

Dopo due anni torna a Pietralunga il campo di volontariato promosso da Libera Umbria. All’insegna di E!State Liberi per una settimana, dal 21 al 28 agosto, venticinque ragazze e ragazzi provenienti da tutta Italia (con un importante presenza umbra di un gruppo scout dell’Alto Tevere) saranno ospitati in una struttura messa a disposizione dalla locale amministrazione comunale per lavorare su un bene confiscato alla ‘ndrangheta.

Un terreno di cento ettari in località Col della Pila, recentemente assegnato per il riutilizzo sociale alla cooperativa Paneolio di Arci che quest’anno, novità molto importante, si occuperà della gestione delle attività manuali del campo. Nel pomeriggio, invece, spazio ad un ricco programma di formazione che prevede incontri con i familiari delle vittime innocenti delle mafie, con magistrati (interverrà il procuratore generale della Corte d’Appello di Perugia, Sergio Sottani), con associazioni del territorio e con i presìdi di Libera Umbria. Spazio anche alla creatività, con un laboratorio artistico, e al cinema, con film sul tema della mafia.

Anche quest’anno parteciperanno e contribuiranno al campo tre volontarie dello Spi Cgil, il sindacato delle pensionate e dei pensionati, per costruire un importante scambio intergenerazionale con i ragazzi.

Un’importante ripartenza per Libera Umbria

“La ripartenza del campo Vecchie e nuove Resistenze  di Pietralunga -spiegano da Libera Umbria- dedicato alla memoria di Rocco Gatto, vittima della ’ndrangheta, è estremamente importante. Dopo un lungo stop dovuto non solo al Covid, ma anche alle difficoltà nel trovare uno sbocco per il recupero del bene di Col della Pila, inizia un percorso, il primo nella nostra regione, di concreto riutilizzo sociale di un bene confiscato.

Un’esperienza che speriamo possa fare da apripista a molte altre, visto il numero sempre più consistente di beni sottratti alle mafie nella nostra regione”.


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