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Perugia, inaugurazione dell’anno giudiziario del Teiu (AUDIO)

Written by on 06/03/2018

Perugia, inaugurazione dell’anno giudiziario del Teiu (AUDIO)

06/03/2018

PERUGIA – A differenza degli altri sacramenti, dove il Ministro celebrante è il vescovo o il sacerdote, nel matrimonio i celebranti sono gli stessi sposi nel momento in cui manifestano e si scambiano il consenso. Il sacerdote accoglie il consenso e celebra la Messa Nuziale, ma non è lui a ‘sposare’. Nel rito del matrimonio il sacerdote non pronuncia frasi che ‘sposano’, ma ‘assiste’ e ratifica le dichiarazioni dei coniugi. Da questa considerazione parte l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico interdiocesano Umbro. Dopo la santa messa nella cattedrale a Perugia, nella sala Dottorato delle Logge di San Lorenzo, il  cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, moderatore del TEIU, ha salutato tutti presenti intervenuti per l’occasione. E’ stato Padre Cristoforo Pawlik, vicario giudiziale del Teiu, ha presentare dettagliatamente l’attività del Tribunale nel 2017. La conclusione della mattinata è stata affidata a monsignor Paolo Bianchi, vicario giudiziale del Ter lombardo, che ha parlato delle novità della riforma del processo di nullità matrimoniale canonica introdotte dalla lettera apostolica del 2015 di Papa Francesco.

I numeri Nel 2016 le cause di nullità pendenti erano 93 e quelle introdotte nel 2017 sono state 106 per un totale di 199 cause di nullità trattate. Le cause espletate sono state 104 mentre, a dicembre 2017, sono 95 le cause pendenti.

Decisioni Complessivamente il Teiu ha avuto 112 decisioni affermative (di nullità matrimoniale) e 19 negative, con il totale di 131 decisioni, che vanno ben oltre le statistiche riferite al numero delle cause introdotte e decise. Oltre alla breve durata del processo di nullità si è raggiunta anche una rapida stesura delle sentenze a conferma che si è tenuto a dare risposte puntuali alle domande, nell’arco di un mese. Dall’analisi di Padre Cristoforo Pawlik, vicario giudiziale del Teiu, emerge però la necessità di migliorare i tempi delle perizie – da due a tre mesi dalla nomina – per evitare il protrarsi delle cause oltre i tempi canonici.

Diocesi Nel 2017, infatti, solo 6 cause si sono chiuse in meno di 6 mesi. Perugia è prima tra le diocesi di provenienza delle cause (30), seconda Terni (28) a seguire Assisi, Nocera e Gualdo Tadino (19). A chiedere la nullità del vincolo matrimoniale, in primis, sono gli impiegati, seguiti dai liberi professionisti e dagli operai. Il maggior numero di cause si riconduce a persone che vanno dai 41 ai 50 anni, seguiti dai 30enni e 40enni e dai 50enni e 60enni. Solo in 4 casi sono stati entrambi i coniugi, congiuntamente, a chiedere la nullità.

Cause di nullità Secondo l’insegnamento Pontificio, la mancanza della fede, la lontananza dalla pratica religiosa e la vita vissuta nell’opposizione ai principi morali cristiani, incidono o almeno possono incidere gravemente sul consenso matrimoniale, che non può più essere inteso – come insegna Papa Francesco – come un ‘automatismo’, ma esige sempre per la sua validità “una coscienza illuminata dalla fede, come il risultato di una combinazione tra umano e divino”. A queste condizioni risulta ovvio che “la coscienza assume un ruolo decisivo nelle scelte impegnative che i fidanzati devono affrontare per accogliere e costruire l’unione coniugale e quindi la famiglia secondo il disegno di Dio”. Di conseguenza, la mancanza della fede può costituire una causa simulandi, dove gli sposi formalmente compiono un rito nuziale, senza però (ac)cogliere tutti i beni e le proprietà del matrimonio e così, di fatto, simulano il consenso matrimoniale. Da qui l’esigenza, sempre maggiore, di accompagnare coloro che vogliono accostarsi al sacramento del matrimonio ma anche le coppie di sposi, come sottolineato dal cardinale Gualtiero Bassetti ai microfoni di Umbria Radio.

I costi delle cause Purtroppo ancora oggi circolano notizie infondate riguardo ai costi delle cause per ottenere la dichiarazione di nullità matrimoniale. Per questo tante persone sono scoraggiate, diffidenti fino a rinunciare in partenza ad accostarsi al Tribunale Ecclesiastico per introdurre la causa, pur avendone diritto e motivi validi. Per questo motivo padre Pawlik ha ricordato il contributo delle parti alle spese processuali. La parte attrice, che invoca il ministero del Tribunale, è tenuta a versare 525,00 euro al momento della presentazione del libello, la parte convenuta non è tenuta ad alcun contributo, ove partecipi all’istruttoria e solo nel caso in cui si costituisca è tenuta a versare 262,50 euro. “Ricordo che nella Chiesa la giustizia è accessibile a tutti senza distinzione – ha affermato padre Pawlik -, tanto è vero che anche quest’anno tante persone, trovandosi in difficoltà hanno chiesto ed ottenuto la riduzione o l’esonero dal contributo dovuto per le spese processuali”.

Esonerati Nel 2017, infatti, sono stati 47 gli esonerati totali; 22 le riduzioni e 37 parti attrici e 3 parti convenute hanno contribuito regolarmente. Il contributo a chi non può pagare è possibile, da parte del Teiu, grazie al finanziamento dell’Otto per mille. Da qui l’appelli di padre Pawlik a “scegliere, nella prossima e successive dichiarazioni dei redditi, la destinazione dell’Otto per mille per la Chiesa Cattolica, per contribuire anche al nostro servizio”. Nel 2017 sono 97 le cause patrocinate dai Patroni stabili, dove le parti non hanno dovuto pagare per il servizio dell’avvocato, che è stato totalmente retribuito dal Tribunale, e solo 9 sono state introdotte dai Patroni di fiducia. Questa differenza, dall’analisi di padre Pawlik, deriva dalla gravità della crisi economica della nostra società, che nonostante i proclami della campagna elettorale, non migliora.

Papa Francesco A gennaio, nel suo tradizionale discorso alla Rota Romana, papa Francesco ha posto l’attenzione sull’importanza della coscienza nel dichiarare la nullità o la validità del vincolo matrimoniale. “L’ambito della coscienza è stato molto caro ai Padri degli ultimi due Sinodi dei Vescovi – ricorda Papa Francesco –, ed è risuonato in modo significativo nell’Esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia. Ciò è derivato dalla consapevolezza che il Successore di Pietro e i Padri sinodali hanno maturato circa l’impellente necessità di ascolto, da parte dei Pastori della Chiesa, delle istanze e delle attese di quei fedeli i quali hanno reso la propria coscienza muta e assente per lunghi anni e, in seguito, sono stati aiutati da Dio e dalla vita a ritrovare un po’ di luce, rivolgendosi alla Chiesa per avere la pace della loro coscienza”.

Fede Secondo il Pontefice “la fede è luce che illumina – sottolinea il Papa – non solo il presente ma anche il futuro: matrimonio e famiglia sono il futuro della Chiesa e della società. È necessario pertanto favorire uno stato di catecumenato permanente, affinché la coscienza dei battezzati sia aperta alla luce dello Spirito. L’intenzione sacramentale non è mai frutto di un automatismo, ma sempre di una coscienza illuminata dalla fede, come il risultato di una combinazione tra umano e divino. In questo senso, l’unione sponsale può dirsi vera solo se l’intenzione umana degli sposi è orientata a ciò che vogliono Cristo e la Chiesa”.


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