PERUGIA – Si è svolta questa mattina, alla sala del Dottorato delle Logge della Cattedrale di San Lorenzo a Perugia la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico interdiocesano umbro. L’apertura dell’incontro, subito dopo la concelebrazione eucaristica dei vescovi della regione in Cattedrale, è stata affidata al cardinale Gualtiero Bassetti, vescovo della diocesi Perugia-Città della Pieve e moderatore del Tribunale che ha sottolineato come “in un momento particolare come il nostro, che tra tante crisi vede anche quella della famiglia” sia importante dare una parola di “forza consolatrice”. Il presule ha sottolineato come il dono del matrimonio sia una grande vocazione a cui corrispondere nell’amore generoso, fedele e paziente.
Alternative “La bellezza della famiglia – ha sottolineato il cardinale – permane immutata, nonostante tante oscurità e proposte alternative. La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa”. Citando Papa Francesco, Bassetti ha invitato a non idealizzare gli elementi costitutivi del matrimonio, ma “ad essere realisti, sapendo e insegnando che non si nasce marito o moglie, ma si diventa coniuge, accettando i pregi e i difetti l’uno dell’altro in una complementarietà di aiuto reciproco. Tutta la comunità cristiana è chiamata in causa per accogliere e aiutare le giovani coppie – continua Bassetti – offrendo occasioni e strumenti adeguati per curare la vita spirituale sia all’interno della vita familiare, sia nell’ambito della programmazione pastorale in parrocchia o nelle aggregazioni”, come esortato anche dallo stesso Santo Padre. Rivolgendosi agli operatori del Tribunale ecclesiastico, il cardinale ha spiegato che “comprendere adeguatamente il valore della vita e dei principi umani e cristiani costituisce una qualità e capacità indispensabile per valutare e giudicare sulla validità dei matrimoni legiferati dalla norma canonica da applicare con equità e carità”. Citando il cardinale Beniamino Stella, Bassetti ha invitato i giudici ecclesiastici ad “imparare l’arte del discernimento, l’impegno di accompagnare quanti sono feriti, la creatività pastorale per integrare tutti nella comunione con Dio e con la Chiesa. La verità evangelica – ha concludo il cardinale – è l’unica verità da raggiungere e praticare”. Padre Cristoforo Pawlik, vicario giudiziale del Teiu, ha poi illustrato la relazione sulle attività del 2016 e a seguire monsignor Joaquin Llobell, docente della Pontificia Università della Santa Croce, ha introdotto il tema delle questioni sull’appello nelle cause di nullità del matrimonio. Sentiamo la parole di monsignor Llobell che, ai microfoni di Umbria Radio, ha illustrato uno dei principali motivi che emege nei casi di appello a seguito della nuova normativa del processo canonico così come riformata da Papa Francesco. 

I numeri I numeri forniti durante l’illustrazione sulle attività del 2016, rivelano un aumento delle cause introdotte, salite a 110, rispetto a tre anni di stabilità (104 nel 2013, 104 nel 2014 e 103 nel 2015). Scendono, invece, quelle espletate: 121 contro le 126 del 2016, di cui 115 si sono concluse con esito affermativo. I matrimoni per cui più spesso si chiede l’annullamento sono quelli che hanno una durata maggiore: 44 da 10 anni in su, seguiti da 31 tra 5 e 10 anni. Sono le donne, 66 casi contro 51, ad avanzare la richiesta di nullità mentre, rispetto all’età, prevalgono i 40enni (58), seguiti dai 30enni (26) e 50enni (21). Le richieste di nullità provengono da tutta l’Umbria anche se nella maggior parte dei casi, 48, arrivano da Perugia dove è in netta crescita, dal 2013 in poi, da 21 a 48 casi. In crescita anche le richieste da Terni, Assisi e Gubbio, mentre dalle altre diocesi si registra un calo.