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Perugia, il cardinale Bassetti ha celebrato la Messa Crismale

Written by on 30/05/2020

Perugia, il cardinale Bassetti ha celebrato la Messa Crismale

30/05/2020

PERUGIA- Si è svolta questa mattina (sabato 30 maggio), nella Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, la Messa Crismale con la partecipazione limitata ai sacerdoti, diocesani e religiosi, ai diaconi, ai seminaristi, a venti membri delle famiglie religiose femminili e ad alcuni rappresentanti dei laici impegnati negli organismi diocesani e delle unità pastorali e dei gruppi e movimenti ecclesiali. La Messa Crismale, che a Perugia si celebra di consueto il Mercoledì Santo con la partecipazione di numerosi fedeli e dei ragazzi che durante l’anno ricevono il sacramento della Cresima, è la celebrazione in cui i sacerdoti rinnovano la promessa formulata all’ordinazione presbiterale e vengono consacrati gli olii santi.

 A ricordarlo è stato il vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi, nel suo intervento all’inizio della celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti.

“Non tutti coloro che avrebbero desiderato partecipare possono essere presenti -ha sottolineato monsignor Salvi, dando inizio alla Messa Crismale- a motivo delle disposizioni per la prevenzione del contagio. Ora che l’epidemia sta un po’ scemando, sono state ammesse di nuovo le messe con il popolo, osservando le dovute precauzioni. E’ doveroso ringraziare tutti i preti che in questo periodo, in vario modo, non hanno fatto mancare la loro vicinanza alla popolazione, non rimanendo rintanati nelle loro canoniche. Abbiamo trascorso un periodo difficile, imprevisto, ma il Signore ci è stato vicino; ci ha dato conforto e speranza. Anche se la nostra Umbria è stata un po’ risparmiata dall’epidemia, abbiamo comunque avuto i nostri morti e molti ricoverati in ospedale e nei reparti di terapia intensiva. La nostra gratitudine va agli operatori sanitari, ai volontari e a tutte le strutture e le persone che si stanno ancora dedicando ai servizi di protezione della popolazione. Un grato pensiero va oggi anche ai frati Minori che non si sono mai allontanati dal luogo del loro servizio, nell’Ospedale di Santa Maria della Misericordia; grazie anche a quanti hanno continuato a servire nelle residenze protette e nei monasteri. Nel rinnovare oggi le promesse sacerdotali -ha evidenziato il vescovo ausiliare- confermiamo la nostra totale adesione al Signore ricordando alcuni sacerdoti che celebrano quest’anno particolari anniversari nel loro ministero: don Nazzareno Fiorucci e don Lucian Gheorghe Cordis, proveniente dalla Diocesi di Oradea (Romania), per il loro 25° anniversario di ordinazione; monsignor Fabio Quaresima e don Paolo Ianni, per il loro 50° anniversario di ordinazione. E ricordiamo nelle nostre preghiere i confratelli che sono tornati alla Casa del Padre nell’ultimo anno: Don Bruno Contini e don Benito Baldoni”. 

 Il cardinale Bassetti, che durante la liturgia della Messa Crismale ha consacrato gli olii santi, ad iniziare da quello per gli infermi, ed introdotto la preghiera dell’atto di rinnovo delle promesse presbiterali, nell’omelia si è soffermato sul sacerdozio come servizio agli uomini e al mondo col il dono di una vita spesa per tutti.

“Come abbiamo ascoltato nel Vangelo di Luca – per i poveri, i prigionieri del peccato, gli oppressi (cf. Lc 4,18), attraverso quello che la Lettera agli Ebrei definisce un sacerdozio che non tramonta (Eb 7,24). E’ lo stesso servizio che Gesù ha vissuto e, ha evidenziato il cardinale, è davvero quel “sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli” (Eb 4,14), che cioè ha attraversato, con la sua passione e morte, una volta per sempre, quel santo dei santi celeste, offrendo la propria vita sulla croce. Ma nel lezionario di questa celebrazione -ha proseguito il presule- emerge anche il sacerdozio di tutti i credenti. La pagina del libro dell’Apocalisse che è stata proclamata si apriva così, con il saluto del veggente che si rivolgeva a Colui che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre. Giovanni sta parlando di un sacerdozio dei fedeli, avendo in mente un passo del libro dell’Esodo sul popolo di Israele chiamato ad essere un regno di sacerdoti e una nazione santa (cf. Es 19,6); ora Giovanni insegna che tutti i cristiani sono sacerdoti, ovvero condividono una responsabilità attiva – nella Chiesa e nel mondo – collaborando con il Cristo per fare della storia il regno di Dio. Come sono diventate vere queste parole nel tempo di astinenza, causata dal Coronavirus -ha commentato il cardinale- durante il quale, l’ho ricordato più volte, soprattutto i laici hanno potuto scoprire altre cose belle del nostro essere cristiani: la preghiera in famiglia, il gusto per la Parola di Dio, l’esperienza di sentirsi Chiesa domestica e il dialogo tra genitori e figli. Ma il senso di questa solenne celebrazione, anche grazie alla sua normale collocazione nel Giovedì della Settimana Santa, è centrato in particolar modo sul sacerdozio dei presbiteri, di coloro cioè che – scelti tra il popolo santo di Dio – esercitano, come si legge nei documenti del Concilio Vaticano II, un compito estremamente importante e sempre più arduo da svolgere nell’ambito


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