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Perugia, conclusione del progetto ‘Argo’ per il reinserimento dei detenuti

Written by on 27/10/2021

Perugia, conclusione del progetto ‘Argo’ per il reinserimento dei detenuti

Promosso da Frontiera Lavoro assieme alla Regione Umbria, finanziato dal Fondo Sociale Europeo, ha visto 72 allievi del carcere di Perugia coinvolti in 5 percorsi formativi

27/10/2021

Progetto 'Argo'

Uno dei cinque percorsi formativi del Progetto 'Argo' all'interno del Carcere di Perugia

E’ in fase di conclusione in questi giorni a Perugia, il progetto Argo dedicato al reinserimento lavorativo dei detenuti. Promosso da Frontiera Lavoro, assieme alla Regione Umbria, ha visto settantadue allievi (di cui quindici donne) del Complesso Penitenziario di Capanne coinvolti in cinque percorsi formativi (della durata di centoventi ore ciascuno) per addetto alla cucina, elettricista, addetto ai servizi di pulizia e operaio agricolo. Un progetto, finanziato dal Fondo Sociale Europeo, con l’obiettivo di favorire l’acquisizione di competenze in previsione di un potenziale avvicinamento al mondo del lavoro, e di dare un senso alla pena attraverso la rieducazione e il successivo reinserimento nella società.

I risultati concreti raggiunti dal progetto Argo saranno presentati in occasione dell’incontro pubblico Liberi dentro. Cambiare è possibile che si svolgerà presso l’istituto di pena perugino giovedì 4 novembre alle ore 9.30 alla presenza delle autorità regionali e dell’Amministrazione Penitenziaria.

Progetto Argo importante mezzo di risocializzazione e sostegno

“Il lavoro -spiega il coordinatore Luca Verdolini- rappresenta un mezzo di risocializzazione e una fonte di sostegno di grande importanza, oltre che uno strumento di riabilitazione per coloro che sono sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria che si dimostra fondamentale per scongiurare la recidiva. La cultura al lavoro è una leva fondamentale per il percorso di riabilitazione e va sostenuta con interventi progettuali come questo che, in più, affermano e consolidano un modello di intervento integrato e multidisciplinare per l’inclusione sociale e lavorativa in cui diversi soggetti territoriali concorrono nel proporre un’offerta di servizi sinergici”.

In Italia circa il 70% delle persone che escono dal carcere a pena espiata recidivano contro il 19% delle persone che espiano la pena in misura alternativa al carcere.

L’istituto di pena perugino ha garantito le procedure necessarie per l’allestimento dei diversi laboratori formativi ed ha curato l’individuazione dei detenuti e delle detenute partecipanti al percorso formativo attraverso l’équipe multidisciplinare interna e la collaborazione con gli operatori di Frontiera Lavoro.

“Per supportare in modo efficace -afferma l’assessore regionale al welfare, Luca Coletto- la ri-acquisizione e il mantenimento di abilità e risorse individuali utilizzabili nel mercato del lavoro, e più in generale nel percorso di inclusione sociale, diventa infatti indispensabile promuovere e realizzare una prospettiva di piena integrazione di politiche e risorse che faccia superare quella frammentazione degli interventi, spesso causa di inefficacia delle politiche a sostegno delle fasce più fragili”.

L’istituto penitenziario di  Capanne a Perugia, da sempre si contraddistingue per iniziative finalizzate a favorire il pieno reinserimento nella società dei detenuti una volta terminato di scontare la pena.

“Il lavoro è veicolo di risocializzazione -sostiene la direttrice Bernardina Di Mario- di salvaguardia della propria dignità ed è un elemento che consente realmente all’autore di reato di poter scegliere la strada della legalità. Il principio espresso dall’art. 27, comma 3, della Costituzione fa emergere l’esigenza di concentrare gli sforzi su un’azione di rete tra l’istituzione penitenziaria, il territorio e la magistratura di sorveglianza per il reinserimento della persona privata della libertà personale nella società. Per questo è indispensabile la mobilitazione congiunta e, ancor prima, destare l’interesse dell’opinione pubblica”.


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