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Orvieto, rinvenute trecento maioliche al Campo della Fiera

Written by on 24/08/2022

Orvieto, rinvenute trecento maioliche al Campo della Fiera

I reperti sono riemersi nel corso della campagna di scavi archelogici realizzata in collaborazione con l'Università di Foggia con il supporto finanziario della locale Fondazione Cassa di Risparmio

24/08/2022

maioliche campo della fiera

Una delle maioliche rinvenute nel corso della campagna di scavi archelogici al Campo della Fiera di Orvieto

Trecento maioliche integre, sono state rinvenute ad Orvieto. I preziosi reperti, sono riemersi in un pozzo profondo dieci metri nel corso della campagna di scavi archeologici al Campo della Fiera, realizzata in collaborazione con l’Università di Foggia, e il supporto della locale Fondazione Cassa di Risparmio.

Le brocche, ritrovate in perfetto stato di conservazione, erano utilizzate tra il XIII e il XVI secolo. Tra i ritrovamenti, in particolare, spicca la fiaschetta di un pellegrino della metà del Duecento. Numerose sono le maioliche di età rinascimentale, provenienti dalle principali botteghe umbre e alto laziali, e vendute dai mercanti che accorrevano stagionalmente per partecipare alle fiere.

A darne notizia, è la professoressa Simonetta Stopponi che da oltre vent’anni dirige gli scavi per conto dell’associazione Campo della Fiera su concessione ministeriale.

“L’eccezionalità del ritrovamento -spiega- consiste non solo nello straordinario stato di conservazione dei reperti, già in fase di restauro, che serbano ancora le decorazioni e i colori intensi degli smalti, ma anche nel fatto che si tratterebbe di uno dei pochi contesti ceramici di età medievale e moderna rinvenuti in un complesso extraurbano del territorio orvietano, indagati secondo le moderne tecniche dell’archeologia stratigrafica. I reperti in metallo, tra cui roncole, accette, falcetti e rasoi per la concia delle pelli, ci raccontano la vita quotidiana del convento e della comunità dei contadini della pieve”.

Il pozzo in cui sono state rinvenute le maioliche, che ancora oggi raccoglie l’acqua proveniente dalla falda sotterranea, secondo quanto spiegato dai ricercatori, rappresentava la riserva idrica del convento medievale di San Pietro in Vetere e fu utilizzata anche dopo l’abbandono del complesso ecclesiastico, nel corso dei mercati stagionali che, come ricordano le fonti, si svolgevano accanto alla chiesa nel XV e XVI secolo.

“I recipienti rinvenuti -sottolinea la direttrice degli scavi- in corso di studio da parte del professor Danilo Leone e di Vincenzo Valenzano dell’Università di Foggia, consentono di arricchire la storia delle produzioni ceramiche di un comprensorio territoriale molto ampio dal Medioevo fino all’età moderna”.


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