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‘Umbria Etrusca’, l’Orvietano punta sulle green community

Written by on 13/05/2022

‘Umbria Etrusca’, l’Orvietano punta sulle green community

Un progetto per trasformare il territorio in una comunità sostenibile

13/05/2022

orvietano green community

Il progetto Green Community Umbria Etrusca nell'Orvietano

Anche l’Orvietano punta sulle green community: lo scorso 14 aprile, a Sane Venanzo è stato ufficialmente presentato il progetto ‘Green community Umbria Etrusca’ che vede il coinvolgimento di vari comuni del territorio, Parrano, Allerona, Fabro, Ficulle, Castel Viscardo, San Venanzo, Baschi e, in fase di arrivo, Guardea. Una grande scommessa lanciata dal sindaco di Parrano, Valentino Filippetti, che da diversi anni lavora per trasformare l’Orvietano in una comunità sostenibile.

Comunità sostenibile

Cosa significa ‘comunità sostenibile’? Parlando dai microfoni della trasmissione Mondo Migliore di Umbria Radio, il primo cittadino di Parrano, Valentino Filippetti spiega: “Si tratta di una comunità che cerca di amministrare le proprie risorse generando, attraverso la collaborazione, la condivisione, la cooperazione, degli strumenti che permettano di avere un autonomia in vari campi. Significa mantenere il più possibile le caratteristiche dei nostri territori ad ‘alta biodiversità'”. Già nel 2007 a Parrano venne organizzato un convegno dal titolo un po’ provocatorio “Come risolvere i problemi del mondo a Parrano” durante il quale si iniziò ad immaginare un cammino verso l’autosufficienza energetica e come amministrare le risorse idriche gestendole direttamente. Il tema è tornato oggi più attuale che mai a seguito dell’aumento dei costi dell’energia ma anche con la guerra in Ucraina e la ricerca di una via alternativa al gas russo. “Oggi più che mai ci si rende conto che bisogna battere strade diverse – spiega Filippetti -. Questo è possibile anche perché le nuove tecnologie ci permettono di realizzare anche in piccole realtà, come la nostra, un’innovazione di processo oltre che di prodotto: innovazioni che una volta erano immaginabili. Oggi sappiamo tutti che è possibile produrre energia in maniera autonoma, com’è possibile gestire in maniera diversa anche la risorsa idrica”. Circa quattro anni fa, spiega Filippetti, è stata varata una legge nazionale che tutela le risorse fondamentali che permettono la rigenerazione del territorio, delle realtà locali, come l’acqua, le foreste, le api, “cioè tutti qui fattori che assicurano rinnovamento del ciclo di vita. Ora si sta passando a delle attività concrete. Purtroppo il nostro è un modello centralizzato – sottolinea il sindaco -, pensiamo all’energia: un sistema basato su grandi centrali, infrastrutture di trasmissione, che comportano una grande dispersione di energia. Per non parlare dell’acqua. In Umbria si regista un record della dispersione idrica. Partendo da queste considerazioni noi, pensiamo che si possano creare dei sistemi, gestiti a livello locale, che permettono di tutelare le risorse e al tempo stesso di avere una resa anche per i cittadini”.

Autonomia energetica ma anche nell’agricoltura

Sono questi sono gli obiettivi al centro del progetto Green Community Umbria Etrusca che punta a sviluppare delle comunità energetiche anche sulla spinta della direttiva comunitaria, recentemente recepita dall’Italia, che consente anche ai privati di vendere energia. “Questo ci permette di svincolarci da intermediari – spiega Filippetti -. Chi vende energia deve però essere un soggetto che opera senza uno scopo di guadagno, quindi un’associazione, una cooperativa. Realizzare una comunità energetica, quindi, permette di raggiungere l’obiettivo di produrre energia localmente, alleggerendo così il carico sulla trasmissione a lungo raggio, realizzando un beneficio per i cittadini: chi produce energia viene retribuito per il suo prodotto e chi la consuma ha un risparmio stimato del 35% sulla bolletta”. Una spinta significativa, dunque, sullo sviluppo del fotovoltaico, anche se ci sono anche altre fonti di energia. Da non sottovalutare, poi, il tema della dispersione idrica: “Bisogna creare – auspica il sindaco di Parrano – una rete di contenimento dell’acqua piovana che possa essere utilizzata d’estate”. Anche i fiumi sono una importante risorsa dove, spiega Filippetti, si potrebbero rivisitare i siti dove c’erano i vecchi mulini per realizzare delle piccole centrali idroelettriche che permetterebbero di ridurre la dipendenza energetica dall’esterno. Anche l’agricoltura è un tema fondamentale per una comunità energetica. “La guerra in Ucraina sta mettendo in discussione il modello della globalizzazione che ha reso gran parte dei paesi d’Europa e dell’Africa del Nord, dipendenti dal grande della Russia e dell’Ucraina. Anche in Italia si può coltivare il grano ma dietro ci sono delle logiche di mercato e un certo tipo di processo di industrializzazione che ci ostacolano. Per questo, dunque, dobbiamo tornare a delle funzioni locali. Già qualcosa esiste: ad esempio sulle proprietà demaniali del Monte Peglia, c’è una cooperativa ‘Pane e Olio’ che ha vinto una gara per gestire circa 1.000 ettari di terreno, in parte bosco, e dove si realizza agricoltura rigenerativa che mantiene integre le caratteristiche del terreno”.

Green Community Umbria Etrusca

Tanti, quindi, gli ambiti di intervento su cui lavorare per rendere l’Orvietano una vera e propria comunità sostenibile che è l’obiettivo finale del progetto Green Community Umbria Etrusca. Per il momento, nell’ambito del progetto, è stato realizzato un protocollo del quale fanno parte sette comuni: Parrano, San Venanzo, Ficulle, Allerona, Castel Viscardo, Baschi e Guardea. Il protocollo ha attivato tre forum/laboratori con l’obiettivo di presentare, entro il mese di settembre, dei progetti concreti di Green Community nell’ambito dei bandi del Piano nazionale ripresa resilienza. Uno dei progetti su cui si sta lavorando, e che è in fase avanzata, riguarda il ‘trasporto a chiamata’. Attraverso due pulmini elettrici o ibridi, l’obiettivo è attivare un servizio di trasporto pubblico per collegare i territori più periferici. Altro tema è l’implementazione e lo sviluppo delle comunità energetiche, che – secondo Filippetti – “possono avere una base solida nel momento in cui i Comuni decidono di mettere a disposizione le superfici, i ‘tetti’, dei propri immobili, dando in dotazione, in diritto di superficie, alle persone che vorranno produrre energia autonomamente da fonti rinnovabili diventando, così, un esempio virtuoso per tutti i cittadini”. Le comunità energetiche iniziano a diventare una realtà sempre più consolidata in Italia come in Umbria, dove la Regione ha attivato due tavoli tecnici per promuoverne e supportarne la diffusione. A San Vito in Monte, a Parrano, a Panicale, a Marsciano, esistono delle realtà già avviate perché – conclude Filippetti – sono “una grande opportunità per tutti i cittadini”.


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