Colpo di scena nella vicenda della morte del 22enne di Bastia Umbra il cui cadavere era stato trovato nell’aprile 2021 in un canale alla periferia di Perugia. Dopo che, ad agosto, la Procura di Perugia aveva notificato la conclusione delle indagini, archiviando l’ipotesi di omicidio preterintenzionale e indagando la transessuale brasiliana implicata nel caso solo per omissione di soccorso, ora la Procura generale avoca a sé le indagini sull’omicidio. L’avocazione delle indagini, atto con cui un organo superiore assume le funzioni che spettano all’organo inferiore, è stata disposta con un provvedimento del 4 novembre da parte del Procuratore generale che ha contestualmente revocato la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura della Repubblica “in quanto – si legge in una nota dell’ente – allo stato e salvo successivi ulteriori accertamenti, sembra meritevole un approfondimento investigativo sulle modalità della morte” del giovane calciatore. La nota della Procura Generale continua: “Fino a questo momento la Procura Generale non è ancora a conoscenza del provvedimento del Gip del Tribunale di Perugia di revoca dell’udienza” per la trattazione e decisione sull’opposizione, presentata da due difensori per conto degli eredi del 22enne, avverso la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura della Repubblica di Perugia, nei confronti di un indagato per il delitto di omicidio preterintenzionale, “né, tanto meno, è in possesso del fascicolo del procedimento. Una volta che questo Procuratore Generale avrà la disponibilità del fascicolo, potrà compiutamente svolgere le attività investigative ritenute utili ai fini delle sue determinazioni”. Secondo la Procura della Repubblica, la richiesta di archiviazione, anche in forza della consulenza tecnica, veniva dal ritenere che il comportamento della transessuale brasiliana nel decesso del 22enne andasse inquadrato come una “reazione all’aggressione altrui” (legittima difesa), “reazione consistita, per quanto anche risultante in atti, nell’apprensione del collo del contendente con una mano, senza l’esplicazione di un’energia idonea, anche in mera potenza, a determinare o dimostrare una volontà di soffocamento”.