Sono infatti passati sei mesi da quel 24 agosto quando la terra ha tremato nel centro Italia, mettendo in ginocchio Umbria, Marche e Lazio. Dopo 180 giorni, sottolinea il settimanale La Voce nell’edizione di questa settimana, diverse cose comunque sono state fatte: messe in sicurezza case, chiese, edifici pubblici e opere d’arte; le campanelle delle scuole a tempo di record hanno nuovamente suonato in container polifunzionali; riaperte alcune zone del centro storico di Norcia; arrivati i moduli abitativi in varie parti; a San Pellegrino consegnate le prime 18 casette di legno; molti tunnel agricoli sistemati per gli allevatori; al di sopra di ogni aspettativa la solidarietà giunta da ogni parte d’Italia, d’Europa e del mondo. Certo, c’è ancora molto da fare e tutti ne sono consapevoli. La sinergia creata a livello istituzionale faciliterà la rinascita di Norcia e delle valli limitrofe.
In tutto questo ‘gioca’ un ruolo di primo piano san Benedetto, il grande ‘costruttore’ della civiltà europea fondata sui valori cristiani. Le abbazie benedettine hanno promosso studi, industrie e arti, intorno a esse sono sorti città e villaggi, collocandosi al centro della vita non soltanto religiosa, ma anche culturale, sociale e politica dell’Europa. La ricostruzione morale delle persone e materiale di case e chiese della Valnerina non può prescindere dal messaggio e dai valori che il grande patriarca dei monaci d’Occidente ha lasciato in eredità. Per sottolinearlo, quest’anno la Fiaccola benedettina “Pro Pace et Europa Una” verrà accesa a Norcia sulle macerie della basilica di San Benedetto.
La cerimonia è prevista per sabato 25 febbraio alle 16, a sei mesi esatti dalla prima forte scossa di terremoto. Saranno presenti, oltre naturalmente ai fedeli, l’arcivescovo Renato Boccardo, i monaci di Montecassino, Subiaco e Norcia, i Sindaci delle tre comunità e altre autorità.
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