
‘Maledetta la neve’ in scena al Teatro Clitunno di Trevi
Written by Enrico Tribbioli on 05/04/2019
‘Maledetta la neve’ in scena al Teatro Clitunno di Trevi
05/04/2019

Una scena di 'Maledetta la neve'
TREVI- Un viaggio nella mente e nei racconti di tre uomini che hanno ucciso donne. Si presenta così Maledetta la neve lo spettacolo che arriva al Teatro Clitunno di Trevi sabato 6 aprile alle ore 21.15, per la Stagione curata da Fontemaggiore Centro di Produzione Teatrale. Un lavoro portato in scena dalla Compagnia degli Gnomi tratto dalle interviste realizzate da Vanna Ugolini e Massimo Pici, per l’omonima inchiesta giornalistica, realizzato in collaborazione con l’Associazione Libertas Margot, che da anni si occupa di problematiche legate alla violenza di genere. Un testo, che descrive la lucida follia di tre uomini normali, persone comuni, padri di famiglia, assassini, per la drammaturgia e regia curata da Chiara Meloni che ne è anche interprete assieme a Massimo Capuano.
“Maledetta la neve -spiega Chiara Meloni– è il racconto di tre uomini che hanno ucciso la propria compagna di vita, l’ex fidanzata o la moglie, hanno sottratto la madre ai figli. In un caso l’intervista avviene in carcere, negli altri due in stato di semi libertà. L’uomo intervistato non è sempre lo stesso, ma in un certo senso è come se lo fosse. Uno stesso attore (Massimo Capuano) parla più voci dagli accenti diversi per raccontare storie diverse, eppure la direzione delle parole è la stessa. La giornalista e l’intervistato si fronteggiano, solo in apparenza collaborano a snodare il tessuto del racconto. Lei si trattiene sui margini delle falle, allerta, loro sono ancora in cerca di nuovi modi per raccontare le cose, per far valere i dettagli e le ragioni, come se fosse possibile tornare indietro e prendersela con qualcosa o qualcun altro, illuminare solo alcune immagini del passato, cancellare il resto nell’ombra. La luce, invece, -conclude l’attrice e regista- determina i contorni squallidi di un luogo presente, di un reale nudo e tremendo, che si sovrappone ai contorni vaghi dell’ipotesi e chiede il conto”.