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Le ‘Visioni fantasmatiche’ di De Gregorio a San Gemini

Written by on 29/09/2020

Le ‘Visioni fantasmatiche’ di De Gregorio a San Gemini

29/09/2020

SAN GEMINI- Visioni fantasmatiche dei muri scrostati, della terra, del mare e della storia per il centenario, è il titolo della mostra dedicata a Giuseppe De Gregorio organizzata a San Gemini dall’Ente Giostra dell’Arme, in programma fino al prossimo 11 ottobre. Un percorso espositivo, curato da Massimo Duranti ed Andrea Baffoni, che si sviluppa in due spazi (Palazzo Vecchio e Stazioni di Posta) e a Terni nella Biblioteca del Circolo Lavoratori Terni.

Nonostante non si potrà svolgere l’annuale edizione della Giostra, a causa dell’emergenza sanitaria da Covid 19, San Gemini non ha voluto rinunciare alla mostra d’arte che negli ultimi diciotto anni si svolge come evento collaterale alla manifestazione. Dopo aver dedicato l’esposizione ad importanti nomi quali Dorazio, Matta, Turcato, Burri, Dottori, Greco, Valentini, la scelta quest’anno è caduta su Giuseppe De Gregorio. Il noto artista spoletino dell’Informale, figura centrale del Gruppo di Spoleto degli anni Cinquanta del Novecento, nell’anno del centenario della nascita sarà ricordato nella città dove nel 2003, ancora in vita, tenne la sua ultima mostra.

Visioni fantasmatiche dei muri scrostati, della terra, del mare e della storia per il centenario, presenta quella che fu l’evoluzione dell’artista, partendo proprio dai Sei del Gruppo di Spoleto, con una simbolica esposizione nella ex Chiesa di Santa Maria Maddalena, di sei opere (di De Gregorio, Filippo Marignoli, Giannetto Orsini, Ugo Rambaldi, Piero Raspi e Bruno Toscano), in ricordo dello slancio innovativo del cosiddetto informale spoletino, la cui attività ebbe risonanza nazionale. Da qui, De Gregorio seguì poi la sua strada sull’onda dell’ultimo naturalismo, maturando il suo inconfondibile linguaggio di frammentazione e ricomposizione di brani della natura, del mare e della storia, propugnato dal critico Francesco Arcangeli, e si affermò come uno dei giovani più promettenti dell’arte in Italia, tant’è che fu invitato alla Biennale di Venezia nel 1964 e alle Quadriennali di Roma del 1955, 1959, 1965 e 1986. Espose poi in varie parti d’Italia, a partire dalla storica Galleria romana L’Attico di Sargentini, e poi in varie parti d’Europa e in America. Fin dagli esordi informali si interessò di lui il meglio della giovane critica d’arte italiana: da Calvesi, a Crispolti, De Grada, Carluccio, Valsecchi, Ballo, Marsan, Lara Vinca Masini, tanto per citare alcuni nomi tratti dalla ricca antologia dell’artista.

Visioni fantasmatiche dei muri scrostati, della terra, del mare e della storia per il centenario,  è una mostra curata da Massimo Duranti, fra i migliori conoscitori dell’arte umbra del ‘900 e da Andrea Baffoni, della nuova leva di storici dell’arte contemporanea umbri, con il coordinamento di Piero Zannori, e la determinante collaborazione di Daniela De Gregorio, la scrittrice-filosofa, figlia dell’artista. A completamento della mostra, un ampio catalogo con saggi dei curatori, oltre che di Antonella Pesola, con ampi apparati biobibliografici e la riproduzione di tutte le opere esposte, circa sessantacinque, alcune inedite, che esplorano tutto l’arco espressivo dell’artista. In particolare, i curatori hanno voluto approfondire il mistero e la magia nella produzione di De Gregorio.


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