AMELIA- Le Terre dei Borghi Verdi, è il circuito per la promozione di un turismo slow come elemento strutturale per rilanciare l’Umbria del sud nel post Covid. Un turismo lento, che non vuol dire fermo, ma invece in grado di interpretare nuove esigenze e necessità del turista ma anche dell’uomo di oggi. Il progetto, sostenuto dalla Regione, è stato presentato stamani ad Amelia nel piazzale del Rio Grande, dal suo coordinatore Federico Rubini.

Una sinergia incentrata su natura e ambiente

Un’iniziativa, che mette insieme diciassette comuni (Acquasparta, Alviano, Amelia, Attigliano, Avigliano Umbro, Calvi dell’Umbria, Giove, Guardea, Lugnano in Teverina, Montecastrilli, Montecchio, Narni, Otricoli, Penna in Teverina, San Gemini, Stroncone e Terni), in una sinergia incentrata su natura e ambiente. Per la prima volta Le Terre dei Borghi Verdi unisce le principali realtà dell’Umbria del sud, per promuovere il territorio nel suo complesso, mettendo in mostra anche arte, cultura e storia delle città, dei paesi e dei borghi del Ternano.

“Partiamo dal Rio Grande -ha detto il sindaco di Amelia, Laura Pernazza- che è un simbolo della bellezza paesaggistica dell’Umbria da scoprire e valorizzare per la rinascita e il rilancio del turismo”.

Un progetto, che punta a recuperare il tempo perduto a causa della pandemia e a interpretare quei processi di cambiamento che essa ha accelerato. Per questo c’è oggi più che mai bisogno di una comunicazione strategica che sia in grado di promuovere l’Umbria nella sua integrità e su questo la Regione sta facendo la sua parte.

Mogol, testimonial del progetto

Le Terre dei Borghi Verdi, è un’iniziativa per coniugare natura, benessere e salute.

Come è stato ricordato da Mogol, testimonial del progetto, che ha annunciato la prossima realizzazione di un centro di ricerca sulla salute presso la Tenuta dei Ciclamini.

“Studierà -ha detto- grazie ad un gruppo di medici, il funzionamento del sistema immunitario e le sue correlazioni con i problemi legati alla salute.

Se il nostro sistema di difesa funziona, noi non ci ammaliano. Farlo in Umbria, è la scelta ottimale, perché solo qui si può costruire il connubio natura-salute”.