ISOLA POLVESE – Tornano, secoli dopo, nel loro convento. Tornano, accompagnati dalla preghiera della chiesa perugina, guidata dal vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti, le spoglie dei monaci olivetani al monastero di San Secondo, nella suggestiva cornice dell’Isola Polvese, luogo in cui le loro preghiere hanno risuonato per secoli, con il lago Trasimeno a fare da muto e fedele custode. Restaurato con i fondi di Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Provincia, Regione e Unione europea, e restituito alla cittadinanza nella sua nuova veste di Centro di studi di didattica ambientale ad uso di Arpa Umbria, l’antico convento olivetano ha dunque raccolto le ossa dei monaci che riposavano all’interno della sua cripta già prima dei lavori di restauro.

La santa messa, presieduta dal vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti, è stata concelebrata, tra gli altri, da Padre Teodoro Capre, monaco di Monte Oliveto Maggiore, alla presenza di molte autorità locali, tra cui il card. Gualtiero Bassetti, il direttore generale di ARPA Umbria Walter Ganapini, il presidente della Provincia Nando Mismetti e il dirigente del servizio patrimonio Bruno Palazzetti, e il presidente di Umbrò Franco Calzini. Nel benedire le spoglie dei suoi predecessori, riposte nuovamente nella cripta della basilica, opportunamente protetta da sistemi di sicurezza all’avanguardia, Padre Teodoro ha ringraziato la chiesa perugina e le autorità civili per la sensibilità dimostrata. “Perché la morte? – ha commentato – Solo alla luce della morte e resurrezione del Signore possiamo comprenderla. La fede in questo evento è alla base della nostra speranza e della preghiera per tutti i cari defunti”.

Federico Casini