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“La Rosa blu”, il film che valorizza la diversità e l’inclusione

Written by on 19/03/2021

“La Rosa blu”, il film che valorizza la diversità e l’inclusione

Il film presentato ad Assisi vuole sollecitare i bambini a riflettere sul significato di inclusione. Verrà trasmesso il 21 marzo su Rai Premium e Rai Play

19/03/2021

I partecipanti alla presentazione del film alla sala stampa del Sacro Convento di Assisi

La presentazione del film alla sala stampa del Sacro Convento di Assisi (Foto da sanfrancesco.org)

Assisi – In occasione della Giornata internazionale della Sindrome di downRai Premium e Rai Play trasmetteranno il 21 marzo alle 18.40 lo short film La Rosa Blu, una coproduzione Rai per il sociale – Dream More – che vuole sollecitare i bambini a riflettere sul significato di inclusione. Il film è stato presentato questa mattina nella Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, una conferenza trasmessa in diretta streaming sul sito sanfrancesco.org e sul canale YouTube “San Francesco Assisi”.  Attraverso questo film i ragazzi, i veri protagonisti, scoprono che la diversità è soltanto un modo di essere speciali, un modo di essere unici, come tutti gli esseri umani dovrebbero essere.

Lo spettatore può scoprire questa splendida visione grazie all’immaginazione dei due giovani protagonisti, Miriam e Samuele Rustici, che avevano scritto in pochissime righe questo progetto, diventato realtà concreta grazie all’impegno costante della loro mamma, Maria Letizia Fiorelli, insegnante di lettere al Liceo Classico di Foligno e presidente della Dream More APS. La realizzazione del film è stata possibile grazie alla collaborazione con Antonio Parciasepe, direttore artistico del Troisi Festival, che ha offerto l’occasione iniziale per l’ideazione della fiaba e a Rai per il sociale.

La regia e la sceneggiatura sono firmate da Geppi di Stasio e Davide Cincis. Interpreti: Enzo Decaro, Elisabetta Coraini, Alex Belli, Roberta Sanzò, Pio Luigi Piscicelli, Ira Fronten, Stefano Pozzovivo. Le voci sono dell’attore Francesco Paolantoni (il Piccolo Principe) e della giornalista Emma D’Aquino (la volpe). Musiche di Lorenzo Jovanotti e Ezio Bosso. L’animazione è curata dalla Comics di Torino. Organizzazione di produzione, Antonio Parsciasepe, riprese video, Promovideo Srl.

All’incontro, moderato da padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, sono intervenuti: fra Marco Moroni, Custode del Sacro Convento di Assisi, Elena Bonetti, ministra per le Pari opportunità, Erika Stefani, Ministra per le Disabilità, Patrizio Bianchi, Ministro della Pubblica Istruzione, Enzo Decaro, Attore, Maria Letizia Fiorelli, insegnante di lettere al Liceo Classico “Federico Frezzi”, Geppi Di Stasio, Co-regista del film, Paola Severini Melograni, Giornalista e conduttrice Radio Rai, Roberta Enni, Direttrice di Rai Gold, e Giovanni Parapini, Direttore di Rai per il sociale.

Le dichiarazioni

Fra Marco Moroni, custode del Sacro Convento di Assisi: “Abbiamo bisogno di fiabe come quella che vedremo domenica su Rai Premium e RaiPlay. Abbiamo bisogno di qualcosa che ci mostri una realtà altra, con occhi diversi. Una fiaba che non è fatta per allontanarci dal reale, ma che ci aiuti a leggere il reale in maniera nuova. Non per chiudere gli occhi di fronte alla realtà ma per coglierne tutte le potenzialità”.

Erika Stefani, ministro per le Disabilità: “L’appuntamento tv sarà l’occasione per far conoscere le dinamiche e il vissuto di una famiglia numerosa con un figlio con sindrome down. Una famiglia dove si apprezza la diversità come valore, una quotidianità che è fatta di difficoltà ma anche molte gioie, che ci ricordano che la vita vale la pena di essere vissuta”.

Elena Bonetti, Ministro per le pari opportunità e la famiglia: “Complimenti per questa straordinaria iniziativa, segno che c’è una speranza possibile, quella di rendere migliore la comunità. Una possibilità che si fa concreta grazie allo sguardo straordinario del mondo dell’educazione e dei ragazzi, che sono protagonisti di questo racconto di vita nuova cui tutto il mondo si deve sentire convocato”.

Giovanni Parapini, direttore Rai sociale: “I protagonisti sono un esempio per noi che siamo abituati a controllare pensieri e azioni vivendo in un mondo complicato. Vedere questa libertà, umanità e naturalità ti tocca l’anima. Per me è veramente uno dei progetti più belli in assoluto degli ultimi tempi”.

Enzo Decaro, attore: “Il vero protagonista di questo lavoro è il pensiero e l’idea e l’amore di una mamma che ha voluto condividere una parte della sua storia personale, difficile, intensa, ma molto interessante e per certi versi, veramente bella. Solo chi vive personalmente queste esperienze, può raccontarle in maniera tutt’altro che scontata e senza pregiudizi o luoghi comuni”.

Maria Letizia Fiorelli: “Grazie prima di tutto per questa accoglienza, tutti state entrando in questo nostro sogno e sognate insieme a noi. In occasione della Giornata mondiale della Sindrome di Down desidero condividere due pensieri: il primo è per le famiglie dei bambini con trisomia 21. Non si progetta di diventare genitori di bambini con trisomia 21, è la vita che ti catapulta. Non ci sono parole nell’incontro con la fragilità. C’è un silenzio che sembra stordirti, ma se impari ad ascoltare il battito del cuore riconosci tuo figlio nonostante una sindrome che sembra avergli rubato il volto, e il sorriso. Poi impari ad amare e ami la tua libertà d’amare. Vince la cultura della vita, perde la cultura dello scarto.

L’importante è non cadere nel dubbio, è bellissimo il proverbio ‘amor essentia vitae est’. La vita rimane sempre e comunque un prezioso dono. Ce lo racconta Lorenzo nel film con le sue parole la vita è per tutti, andiamo avanti. Il secondo pensiero è rivolto a tutti noi: l’invito è di fare attenzione alle parole che feriscono. Come dicevano i latini, Amor amorem gignit: l’amore genera amore. Ma è vero anche il contrario. Quante volte si usano espressioni come, sembri down, sei un handicappato. Abbiamo provato a ricolorare la parola handicap. Originariamente indicava un gioco d’azzardo in cui le monete poste in un cappello poi venivano estratte a sorte. Ci piace pensare alla vita come un gioco in cui azzardi il sogno di essere felice, in cui sfidi le difficoltà e cerchi di superarle. Non è semplice, occorre imparare le regole: infilare la mano nel cappello e imparare ad amare la nostra moneta, tutto quello che la vita ci dona, ogni abbraccio, raggio di sole. Questo è vivere up, non down. La vera sfida è cercare di diventare portatori sani di felicità, per noi stessi e per gli altri”.

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