PERUGIA- Ierofania, è il titolo dell’installazione site specific inaugurata presso l’interno dei suggestivi spazi del Complesso Templare di San Bevignate, realizzata da Angelo Buonumori. Un percorso curato da Paolo Nardon, che, fino al prossimo 7 gennaio, proporrà al pubblico una riflessione contemporanea e luminescente sui temi del sacro e della spiritualità che caratterizzano gran parte delle pitture due-trecentesche della chiesa.
Ierofania, è un’ esposizione che presenta nove opere di Light Art che, attraverso giochi di luci, ombre, aloni e riflessi, si misurano con l’atmosfera di intensa spiritualità che ancora oggi aleggia potente a San Bevignate, uno splendido edificio ricco di storia, che a tratti rasenta il mistero; costruito nella prima metà del 1200 dall’Ordine dei Cavalieri Templari, è, senz’altro, la più antica testimonianza della presenza templare nel capoluogo umbro, e una delle più importanti in Italia e in Europa. Un progetto, quindi, che conferma l’attenzione dell’Amministrazione comunale di Perugia per una struttura che rappresenta storia, fascino, mistero ed orgoglio; non a caso la città è capofila per l’Italia di un progetto che coinvolge anche altri paesi europei come Francia e Portogallo.
Nel realizzare le sue installazioni luminose, Angelo Buonumori si è messo in relazione con le opere d’arte presenti nella ex Chiesa, quelle consunte dal tempo, ma anche con quelle di cui non resta che qualche labile traccia. Opere di luce che sembrano fatte apposta per tradurre, in un linguaggio contemporaneo, conoscenza, espressività e meraviglia delle opere d’arte sacra realizzate fin dall’antichità e delle quali possiamo ancora godere, a distanza di secoli.
Le opere presenti, infatti, sono la rivisitazione di sacre rappresentazioni, come l’Annunciazione, la Natività e la Resurrezione; circonfuse di luce, si presentano come presenze fantasmatiche, illusioni o visioni che producono suggestioni molto vicine a quelle prodotte dai sogni ad occhi aperti o addirittura dai miracoli.
Ierofania, è, dunque, la dimostrazione che l’arte contemporanea è perfettamente in grado di affrontare il tema del sacro, senza compiere scelte forzate, elaborando forme simboliche perfettamente coerenti con i temi e le rappresentazioni cui esse alludono.
Una mostra destinata a fare epoca, che viene realizzata in un luogo non istituzionale, considerato finora un po’ impervio, ma che, grazie ad iniziative come questa, potrà essere sempre più vissuto da cittadini e turisti.