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A Gualdo Tadino la mostra ‘Meraviglia ed estasi’

Written by on 03/04/2018

A Gualdo Tadino la mostra ‘Meraviglia ed estasi’

03/04/2018

Una delle 'Nature morte' di Luciano Ventrone

GUALDO TADINO (PG)- Meraviglia ed estasi, è il titolo della mostra dedicata a Luciano Ventrone, che verrà ospitata dal 17 aprile al 28 ottobre nella Chiesa Monumentale di San Francesco a Gualdo Tadino. Un percorso attraverso le opere del pittore romano contemporaneo, curato da Vittorio Sgarbi e Cesare Biasini Selvaggi, promosso dal Polo Museale Città di Gualdo Tadino con il patrocinio della locale amministrazione comunale, organizzato dall’Associazione Archivi Ventrone.

Meraviglia ed estasi, non è solo il titolo ma anche l’effetto che promette di suscitare nel visitatore questa esposizione portandolo nel mondo di Luciano Ventrone in cui pittura, luce, forma, colore, scenografia e illusione, si fondono per creare immagini dalla forte spettacolarità. A partire dalle sue proverbiali nature morte, tradotte sulla tela con la sua inconfondibile cifra pittorica dalla tecnica senza imperfezioni. Un pittore senza errori, per riprendere un’espressione che Giorgio Vasari usò per Andrea Del Sarto, che colpì e conquistò nei primi anni Ottanta il gusto e l’interesse critico di Federico Zeri. Fiori e frutta sono tra i soggetti più indagati dall’artista a cui lo stesso attribuisce allusioni simboliche.

Meraviglia ed estasi, sarà, quindi, una mostra che presenterà una ventina di opere, anche due rari nudi momento di riflessione sulla bellezza spirituale del corpo femminile e sulla sua plasticità. Completeranno, infine, il percorso due inediti paesaggi, Silvi Marina e I racconti del vento, rispettivamente una marina e un deserto, vere e proprie istantanee di luce e colore dove il sole sostituisce la fredda e artificiale luminosità elettrica delle nature morte.

Luciano Ventrone, esagera e perfeziona il reale, costruendo una realtà assolutamente artificiale -spiega uno dei due curatori, Cesare Biasini Selvaggi- Lui si considera un astrattista piuttosto che un figurativo e respinge l’etichetta di iperrealista. È un mago del colore e della ricerca a cui ha dedicato oltre cinquant’anni. Un artista, idealmente legato a Gualdo Tadino, la città di Matteo Da Gualdo, considerato un antesignano del genere della Natura morta con l’opera L’albero di Jesse, custodita al Museo Civico della Rocca Flea. Ai piedi di questa grande tavola, vicino al corpo monumentale di Abramo, c’è proprio un canestro di frutta che sembra sia stato visto anche da Caravaggio, un particolare, questo, non verificato comunque. La Natura morta quindi ha una grande tradizione in Italia, e Luciano Ventrone è sicuramente uno dei più importanti protagonisti contemporanei”.


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