‘Festival Orizzonti’, edizione autunnale dedicata al tema ‘Genti e terre’
Written by enricotribbioli on 03/11/2021
‘Festival Orizzonti’, edizione autunnale dedicata al tema ‘Genti e terre’
Appuntamento giovedì 4 e venerdì 5 novembre all'ex Ospedale Fatebenefratelli di Perugia, con la rassegna di musica contemporanea. Tra gli ospiti Gabriele Mirabassi
03/11/2021
Edizione autunnale per il Festival Orizzonti, la rassegna di musica contemporanea diretta da Marco Momi, promossa dalla Fondazione Perugia Musica Classica onlus inserita nel cartellone della Stagione 2021-2022 degli Amici della Musica di Perugia.
La cornice dell’ex Ospedale Fatebenefratelli, è pronta ad accogliere la sua seconda parte, giovedì 4 e venerdì 5 novembre, dopo che nello scorso maggio presso il Chiostro della Basilica di San Pietro il Festival aveva tenuto a battesimo la ripresa della musica dal vivo in città.
Una seconda parte, dedicata al tema Genti e terre, che si caratterizzerà per la sperimentazione di programmi originali basati sulla trasversalità dei repertori e sulla varietà degli organici. Con una forte tematizzazione di ogni concerto, unita all’irrinunciabile dinamica di immersione percettiva.
Festival Orizzonti, tra sperimentazione e trasversalità
“Se nella prima edizione il tema conduttore è stato l’identità e le proprie metamorfosi, tra lo scorrere del tempo e le ibridazioni tecnologiche -sottolinea il direttore artistico ed ideatore, Marco Momi- i contenuti della seconda edizione sono riassumibili dal titolo Genti e Terre. In un momento storico in cui la società si interroga su temi come migrazione, cittadinanza e appartenenza culturale, il Festival Orizzonti propone una riflessione musicale e sonora sui legami possibili che intrecciano l’uomo con la propria terra e cultura”.
Giovedì 4 novembre, alle 19, la serata si intitolerà Folk Intimacy, con Alessandro Deljavan al pianoforte, Gabriele Mirabassi al clarinetto e il collettivo Opificio Sonoro.
“Parlare di genti -prosegue il direttore del Festival- significa parlare anche di popoli e dunque pronunciare la nobile lingua delle canzoni e della musica da ballo, qui proposte in chiave indoor, nella forma più intima. L’incontro tra le Mazurche di Chopin e le Çancões di Guinga, uno dei poeti viventi della musica brasiliana, avviene su un terreno comune: entrambe nascono dal rapporto che i loro autori hanno stabilito con la propria terra”.
Se la cultura è forse il risultato più alto dell’unione tra genti e terre, l’ultimo appuntamento, En abîme, venerdì 5 novembre, sempre alle 19 e sempre all’ex Ospedale Fatebenefratelli di Perugia, con Alessandro Deljavan al pianoforte insieme a Opificio Sonoro, racconta di come talvolta essa instauri un rapporto con la propria stessa storia.
“L’esempio della musica francese -conclude Marco Momi- è quanto mai efficace. Una delle attitudini che la caratterizza è quella di guardare sé stessa, magari con uno specchio in mano, così da vedere la propria immagine riflessa più e più volte, lontana e più lontana ancora”.