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EcoSistema Urbano Umbria, le città arretrano nelle performance

Written by on 27/03/2023

EcoSistema Urbano Umbria, le città arretrano nelle performance

Secondo i dati pubblicati dal report di Legambiente, i centri della nostra regione con una popolazione superiore ai 15 mila abitanti sono in ritardo nella sostenibilità

27/03/2023

Ecosistema Urbano 2022

Il logo di Ecosistema Urbano 2022

Anche quest’anno Legambiente Umbria ha realizzato il rapporto Ecosistema Urbano Umbria, la versione regionale del più noto dossier nazionale che da ormai trent’anni Legambiente realizza assieme al Sole24Ore e Ambiente Italia. Nel rapporto umbro si pone in essere una sfida di competitività verso la sostenibilità non soltanto tra le due città capoluogo, Perugia e Terni, ma anche tra gli altri tredici Comuni più grandi della Regione, quelli con una popolazione superiore ai quindici mila abitanti (Orvieto, Narni, Foligno, Città di Castello, Spoleto, Gubbio, Assisi, Bastia Umbra, Corciano, Marsciano, Umbertide, Todi e Castiglione del Lago). Comuni che, tutti insieme, arrivano a coprire il settanta per cento della popolazione umbra.

Dai dati analizzati, riferiti perlopiù al 2021, emerge come le città umbre non migliorino abbastanza e abbastanza velocemente le loro performance ambientali: mentre continua incessante la diminuzione della popolazione umbra, le emergenze urbane evidenziate negli anni precedenti rimangono le medesime e riflettono un sostanziale immobilismo nelle politiche improntate alla sostenibilità, seppur con qualche importante eccezione cui guardare per tracciare la rotta del cambiamento su scala regionale.

Analizzate sei principali componenti ambientali

L’insieme degli indicatori selezionati, copre sei principali componenti ambientali presenti in una città: aria, acque, rifiuti, mobilità, suolo ed energia per valutare tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale da parte dei Comuni stessi.

“Il Dossier sull’Ecosistema Urbano Umbro -afferma il presidente regionale di Legambiente, Maurizio Zara- giunto alla sua terza edizione, si arricchisce di un ulteriore indicatore che riguarda la qualità dell’aria, ovvero la concentrazione di biossido di azoto, uno dei principali inquinanti che causa problemi alla salute degli umbri. Ulteriore novità, è che sia il report che la piattaforma web digitale per la navigazione dei dati hanno una nuova veste grafica che si integra con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU, coerentemente alla versione nazionale. Lo sforzo conoscitivo e informativo della nostra associazione, è volto a fornire ad amministrazioni e cittadini uno strumento orientativo per mettere in connessione tra loro e confrontare gli indicatori e i dati ambientali delle città umbre.

L’idea -conclude Zara- è quella di partire dai numeri per arrivare all’informazione, alla comprensione e per innescare quel cambio di passo repentino imposto dall’emergenza energetica, ambientale e sociale”.

I risultati di Ecosistema Urbano Umbria 2022

Dalla classifica e dai dati di questa edizione di Ecosistema Urbano Umbria, emerge che nelle città umbre ci sono sempre più auto in circolazione e aumentano anche incidenti con morti e feriti, pochi passi avanti nella transizione energetica alle rinnovabili. Consumo di suolo che continua a crescere in maniera significativa, soprattutto in alcune città, e perdite lungo la rete idrica che rimangono preoccupanti per quasi tutti. Sono davvero poche le performance che migliorano e che, quindi, non incidono in modo significativo sul quadro generale. Se da una parte migliorano i livelli di smog in alcune città, dall’altra va comunque sottolineata la circostanza che siamo ancora ben lontani dai livelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Allo stesso modo, migliora il livello della raccolta differenziata, ma non in maniera generalizzata.

L’Umbria dell’economia circolare è a più velocità: in alcune aree vengono implementati sistemi virtuosi di raccolta differenziata, mentre altre città arretrano.

Necessari cambiamenti per la transizione ecologica

Il trend che emerge dal report non è lusinghiero, ma la speranza è che le risorse del Pnrr e le urgenze imposte dai cambiamenti climatici e acuite dalla guerra ancora in atto, infondano di coraggio le azioni delle amministrazioni umbre che devono mettere in atto i cambiamenti necessari alla giusta transizione ecologica.

A ribadirlo anche Luca Proietti, direttore generale di Arpa Umbria.

“La transizione ecologica nelle città -spiega- è una questione di metodo: l’attuazione di progetti verdi richiede una programmazione mirata, per obiettivi. Il grande lavoro fatto da Legambiente ci restituisce un’immagine della nostra regione che può aiutare decisori politici ed esperti di settore a tracciare nuove strategie”.


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