
Cospito, a Perugia udienza del riesame: manifestazione al carcere
Written by Annalisa Marzano on 14/03/2023
Cospito, a Perugia udienza del riesame: manifestazione al carcere
I sostenitori dell'anarchico: "Fuori Alfredo dal 41 bis". Lungo memoriale letto da Cospito
14/03/2023

La manifestazione a Capanne a sostegno di Cospito (foto Ansa)
Dalle 9 di martedì mattina, il carcere di Capanne di Perugia – dove si sta svolgendo l’udienza del Tribunale del riesame circa il caso Cospito -, è presidiato dalla polizia e dai carabinieri. Un blindato del Reparto mobile è stato posizionato davanti alla sbarra dell’istituto penitenziario mentre lungo via Pievaiola ci sono diverse pattuglie della polizia municipale. Il dispiegamento delle forze dell’ordine si è reso necessario per monitorare la manifestazione dei sostenitori di Alfredo Cospito che, martedì mattina, si sono dati appuntamento a Capanne per chiedere di far uscire l’anarchico dal regime del 41 bis. I giudici si sono riuniti nell’aula bunker del carcere mentre Cospito, attualmente nel Reparto detentivo dell’ospedale San Paolo di Milano, si è collegato in videoconferenza.
La richiesta di annullare
Al centro dell’udienza l’esame della richiesta di annullare le misure cautelari disposte dal gip, su richiesta della locale Procura, nei confronti di Cospito e di altri cinque indagati, a vario titolo, per istigazione a delinquere, anche aggravata dalle finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico in relazione ad alcuni articoli pubblicati sulla rivista Vetriolo. Il Riesame di Perugia aveva accolto la richiesta di annullamento della misura cautelare per Cospito e gli altri indagati. La pronuncia è stata però impugnata dalla Procura di Perugia e la Cassazione ha accolto il ricorso. In particolare i magistrati hanno sostenuto che il Riesame non aveva tenuto conto di quelle parti degli scritti considerati istigatori. I giudici stanno quindi ora nuovamente esaminando la richiesta di annullamento della misura cautelare alla luce del perimetro delineato dalla Cassazione.
Manifestanti: “Fuori Alfredo dal 41 bis”
Slogan di solidarietà per Cospito ma anche per i brigatisti Nadia Lioce, Roberto Morandi e Marco Mezzasalma sono stati scanditi dai partecipanti al presidio che si tiene all’esterno del carcere di Perugia in occasione dell’udienza del tribunale del riesame che coinvolge l’anarchico detenuto a Milano. Poche decine i partecipanti che vengono comunque sorvegliati dal servizio di sicurezza. “Fuori Alfredo dal 41 bis” e “non riuscirete a spegnere l’anarchia” alcune delle frasi scandite.
Nel memoriale, Cospito rivendica battaglia contro ‘repressione libertà’
Nel corso del suo collegamento in videoconferenza, Cospito ha letto un lungo memoriale al termine del quale i giudici si sono riservati e la loro decisione sarà comunicata successivamente. Per questo procedimento l’anarchico e tutti gli altri indagati sono liberi. Nel corso dell’udienza non sono stati fatti riferimenti diretti alla salute di Cospito che è comunque apparso visibilmente provato. Cospito ha ribadito di avere fatto la sua battaglia “contro la repressione della libertà” rappresentata dal carcere duro. Ha sottolineato di non voler diventare un martire ma di essere impegnato in una lotta per far valere i suoi diritti. Riguardo al merito delle accuse, Cospito ha rivendicato di non avere istigato alcuno perché “questo è contrario agli ideali anarchici”. Anche gli altri cinque indagati hanno preso la parola sostanzialmente per esprimergli solidarietà. La Procura di Perugia ha quindi chiesto la conferma dell’ordinanza di custodia cautelare alla luce del perimetro delineato dalla Cassazione. Ha inoltre evidenziato che gli scritti non ebbero un valore solo ideologico ma portarono a ricadute pratiche. Le difese hanno invece chiesto la revoca della misura cautelare parlando di una libera manifestazione del pensiero. Lasciando il carcare, l’avvocato Parente, difensore di Michele Fabiani, uno dei componenti del gruppo anarco-insurrezionalisti, insieme a Cospito, ha commentato: “Non è che uno scritto solo perché proviene dall’area anarchica può essere considerato istigatorio. Per il reato di istigazione a delinquere, per giurisprudenza costante, occorre che ci sia un idoneità in concreto a commettere reati. Riguardo alle esigenze cautelari – ha rilevato ancora il legale – bisogna chiedersi se è possibile limitare la libertà personale di una persona solo per le sue idee. Di questo si parla, di un reato d’opinione”. Di Cospito, l’avvocato Parente ha detto di averlo visto “molto provato e dimagrito” e ha chiesto la cessazione del 41bis.