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Confindustria, il presidente regionale Alunni: “Decisioni per il bene comune”

Written by on 03/12/2020

Confindustria, il presidente regionale Alunni: “Decisioni per il bene comune”

Il presidente degli industriali umbri ha parlato durante l'assemblea generale

03/12/2020

Un momento dello streaming

Un momento dello streaming

PERUGIA – “Oggi è il tempo delle decisioni per il bene comune. Decisioni eccezionali per tempi eccezionali. Come imprenditori siamo pronti a rischiare le nostre risorse per il futuro delle nostre aziende. Chiediamo che anche il mondo delle istituzioni, a partire dalla Regione, prenda le decisioni che gli competono”: lo ha affermato il presidente di Confindustria Umbria, Antonio Alunni, aprendo la parte pubblica dell’assemblea annuale dell’organizzazione, che si tiene quest’anno in streaming a causa dell’emergenza sanitaria. Gli industriali così, con il loro “patrimonio di credibilità”, per Alunni devono mettere in campo azioni per contribuire al bene comune. Come favorire nei territori la formazione di una nuova classe dirigente responsabile (“che capisca profondamente i principi dell’economia moderna e dei mercati, organizzando corsi di formazione, incontri, scambi”) e aiutare le pubbliche amministrazioni a svolgere meglio il loro ruolo (“grazie ad un formidabile capitale umano di tecnici di alto livello, dagli ingegneri agli economisti”).

Futuro “Il futuro delle nostre aziende non sta solo dentro di essere – ha sottolineato il presidente di Confindustria – e i tempi straordinari nei quali viviamo impongono a noi industriali comportamenti straordinari”. Comportamenti “straordinari” che però l’associazione degli industriali richiede anche alle istituzioni e “non in una logica di ricerca del consenso a breve periodo, ma in quella di perseguire il bene comune di questa e delle generazioni future”. “Noi – ha sottolineato Alunni – non vogliamo meno Stato né vogliamo meno pubblica amministrazione. Noi vogliamo uno Stato e una pubblica amministrazione migliori. L’industria, e più in generale l’impresa, non può ristabilire la crescita economica se non è posta nelle condizioni di operare su di un piano di eguaglianza con i Paesi più avanzati del mondo, e che sono anche nostri concorrenti. Quello che noi chiediamo non è l’assenza di regole né di evitare le regole. Quello che noi vogliamo sono regole che siano alla pari di quelle di Paesi come la Germania o l’Austria”.

Alla Regione  Rivolgendosi alla presidente della Regione Donatella Tesei ha spiegato che “per svolgere il loro lavoro, gli imprenditori, e in particolare gli industriali, devono poter operare in un quadro legislativo e regolamentativo che favorisca la creazione di ricchezza, e non la ostacoli”. “Devono potersi rivolgere – ha aggiunto – ad una macchina burocratica efficiente e veloce nelle sue decisioni. Proprio qui in Umbria, una Regione nella quale le imprese sono esposte non solo alla concorrenza di Paesi lontani, ma anche di territori di altre aree italiane, anche confinanti, le quali assicurano un ambiente economico più favorevole. È questione di volontà e non di risorse. Non vi sono scuse quindi per non operare in tal senso”.

Resistere alla pandemia

L’industria “è il solo settore che abbia resistito e resista alla pandemia, con la ricchezza prodotta dall’industria che è oggi il vero asse di resistenza del nostro Pil”. Ed il progresso economico del Paese e dell’Umbria “potrà venire solo dall’innovazione, di prodotto, di processi e tecnologica, che permette l’una e l’altra”.

Certezze  All’interno della crisi attuale, per il presidente di Confindustria Umbria Antonio Alunni sono queste le “uniche certezze”. “La crisi odierna – ha detto Alunni – è stata certamente determinata da un disastro naturale, quale è la pandemia che ha generato, o piuttosto ha accentuato, una crisi economico-finanziaria che nasce nel 2008, e che non è stata mai davvero superata”. Una crisi che per il presidente degli industriali umbri “non ha ragioni nell’economia reale, perché il capitalismo non ha mai visto una crisi che è intervenuta in un momento di grandi progressi tecnologici”. Ma secondo Alunni è nei tempi di crisi che si deve progettare il dopo: “Come imprenditori stiamo facendo la nostra parte, e la faremo, dimostrando responsabilità. All’arrivare della pandemia, abbiamo riorganizzato le nostre fabbriche, con sforzi enormi, per renderle dei luoghi sicuri. Ora guardiamo avanti, progettiamo il futuro dell’industria e quindi del nostro Paese”. Parlare di innovazione oggi, “quando davanti alla pandemia tutti cercano di salvaguardare quello che hanno”, potrebbe sembrare incongruo, ma per il presidente di Confindustria Umbria non lo è. “Perché non riusciremo, come industriali e come sistema economico in generale – ha aggiunto -, a salvaguardare quello che abbiamo se fin da adesso non gettiamo le basi e non operiamo per una forte innovazione. La battaglia per il futuro si vince solo guardando avanti”.

Tesei “L’industria, dalla mia amministrazione, è stata posta al centro delle politiche economiche e della visione di sviluppo dell’Umbria. Ed insieme possiamo farla ripartire perché può avere anche grandi possibilità per crescere”, ha dichiarato la presidente della Regione, Donatella Tesei, intervenendo in streaming alla parte pubblica dell’assemblea annuale di Confindustria.  Tesei ha ricordato l’Umbria pre-covid, “arrivata all’emergenza sanitaria in una situazione economica che ha visto il Pil in discesa, senza essere riuscita quindi ad agganciare la ripresa dopo la crisi del 2008”. Tuttavia, per la presidente, “ci sono segnali che al di là della contingenza ci devono far guardare al futuro”. “Proprio ieri ho presentato il documento di economia e finanza regionale 2021-2023 – ha ricordato – condividendolo anche con le associazioni datoriali come Confindustria. Un momento fondamentale per continuare a lavorare insieme e fare squadra”.

Bonomi Nel corso del suo intervento il presidente nazionale degli industriali Bonomi ha più volte attaccato il governo e ha sostenuto che il capitale di fiducia accumulato dall’Esecutivo durante il lockdown “è stato dilapidato attraverso scelte scriteriate. Nelle prossime settimane non ci si potrà muovere tra comuni ma ce ne sono di più grandi e di più piccoli: capisco le difficoltà ma non vedo metodo nelle scelte”. Bonomi, ha attaccato anche una cert ritorno in voga dello statalismo: “Comprensibile che in una fase così lo Stato intervenga in modo anche forte, ma l’economia non va statalizzata”.


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