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Balera, spettacolo con in scena i detenuti del Carcere di Capanne

Written by on 26/10/2022

Balera, spettacolo con in scena i detenuti del Carcere di Capanne

Nato nell’ambito della quarta edizione di Per Aspera Ad Astra, il progetto promosso da Acri realizzato con il sostegno della Fondazione Perugia giovedì 27 ottobre al Teatro Morlacchi

26/10/2022

Balera

La locandina di 'Balera' lo spettacolo che vede protagonisti i detenuti della Casa Circondariale di Capanne

Balera, è il titolo dello spettacolo nato nell’ambito della quarta edizione di Per Aspera Ad Astra – Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza, il progetto nazionale promosso da Acri, l’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria che in tutta Italia ha coinvolto undici Fondazioni, quattordici carceri e oltre quattrocentoventi detenuti.

L’obiettivo è quello di portare il teatro in carcere per contribuire al recupero dell’identità personale e alla risocializzazione dei detenuti e, parallelamente, al loro reinserimento nel mondo esterno e nel contesto lavorativo attraverso percorsi professionalizzanti nel campo delle arti e dei mestieri teatrali.

Portato nella nostra regione mediante l’adesione della Fondazione Perugia, è giunto quest’anno al suo terzo capitolo grazie al Teatro Stabile dell’Umbria attraverso la ricerca portata avanti dall’attrice Vittoria Corallo insieme a trenta detenuti di varie nazionalità di età compresa tra i 30 e i 60 anni della Casa Circondariale di Capanne, che hanno partecipato al laboratorio teatrale.

Ricostruire la dignità della persona

“Abbiamo aderito con entusiasmo al progetto Per Aspera Ad Astra -spiega Bernardina Di Mario, direttrice della Casa Circondariale di Capanne- perché il tempo della detenzione non può essere un tempo vuoto, ma un tempo che va riempito con cose importanti. I laboratori teatrali all’interno del carcere aiutano la persona a pensare, a farsi delle domande e a dare delle risposte che stimolano il cambiamento e alimentano la speranza. La funzione della pena è quella di ricostruire la dignità della persona e, grazie a queste attività, che peraltro consentono ai detenuti di venire a contatto con l’esterno, si dà un contributo importante”.

Balera, liberamente ispirato a Gli uccelli di Aristofane, va in scena mercoledì 26 alle 18 nella Casa Circondariale di Capanne e giovedì 27 ottobre alle 19 al Teatro Morlacchi di Perugia.

“Per quasi la totalità dei quattordici protagonisti dello spettacolo -prosegue la direttrice della Casa Circondariale di Capanne-  è la loro prima uscita dal carcere dopo l’arresto: questo, grazie alla speciale opportunità data loro dal Teatro Stabile dell’Umbria, di essere messi sotto contratto per un giorno attraverso l’articolo 21 dell’Ordinamento Penitenziario”.

Nelle precedenti edizioni, la pandemia aveva imposto delle limitazioni ma non aveva fermato il progetto che si era concretizzato, tra le altre cose, nel cortometraggio Voliera, sempre con la regia di Vittoria Corallo, che era stato selezionato nella sezione Voci dal Carcere dal MedFilm Festival di Roma, Festival della Capitale dedicato alle cinematografie del Mediterraneo.

Balera, un percorso di sublimazione

“Ne Gli Uccelli di Aristofane -spiega Vittoria Corallo- ci si sposta dal mondo umano a quello degli uccelli considerando anche quello degli Dei, i due protagonisti cercano di capovolgere l’ordine gerarchico di quei tre mondi per sfruttarlo anziché subirlo, cercano la libertà incondizionata nel potere incondizionato.

Nel laboratorio, ci siamo chiesti, invece, se fosse possibile sovvertire le regole del gioco, superando le gerarchie e le strutture conosciute per avvicinarsi ad un altro tipo di libertà”.

Balera nasce dallo spostamento di una lettera, un pretesto che apre a un gioco sui contenitori e sui contenuti, a indicare che il luogo di partenza  è trasfigurato e abbandonato. Galera con la B è solo il primo spostamento, ne seguono altri orientati verso spazi metafisici: in questo senso è stato un percorso di sublimazione.

“Per proseguire il racconto -aggiunge Vittoria Corallo- mi sono rivolta ad altri testi: Genesi e Tempo di Guido Tonelli e L’ordine del tempo di Carlo Rovelli. Al Cern di Ginevra si studiano le particelle che hanno dato origine all’universo all’interno di un acceleratore, in Balera si cerca di sollecitare la relazione tra le persone in assenza di realtà, come a voler staccare chi siamo dal racconto stratificato di chi siamo”.

 


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