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Ast, ripresa la produzione al 50%. Botta e riposta tra sindacati e proprietà

Written by on 09/04/2020

Ast, ripresa la produzione al 50%. Botta e riposta tra sindacati e proprietà

09/04/2020

TERNI – È ripresa mercoledì 8 marzo la produzione all’Ast di Terni, dove già lunedì parte dei dipendenti erano tornati al lavoro per riattivare gli impianti, in deroga al decreto della presidenza del consiglio dei ministri sul blocco delle attività produttive non essenziali per l’emergenza coronavirus.

Produzione al 50% Le lavorazioni sono limitate agli ordini già assunti con i clienti per il mese di aprile, dunque i reparti sono programmati circa al 50% della capacità. Il servizio Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Usl Umbria 2 ha scritto mercoledì all’azienda per chiedere dettagli sulle modalità di ripresa, in particolare rispetto alle aree e ai reparti attivi o in procinto di riprendere la produzione. Richiesti inoltre i documenti relativi alle misure messe in atto per contrastare la diffusione del coronavirus, in particolare per quanto riguarda la tipologia e la frequenza di consegna delle mascherine e la periodicità con cui viene svolta la sanificazione degli impianti.

Sindacati preoccuapti Lunedì, alla ripresa delle attività, i sindacati avevano manifestato la loro perplessità alla ripartenza di Ast, considerata “molto pericolosa”. In una nota le segreterie regionali e provinciali di Cgil, Cisl e Uil chiedevano alla comunità scientifica di
“esprimersi chiaramente a riguardo”. Inoltre, a seguito del sopralluogo effettuato lunedì da Rsu e Rls nel sito di viale Brin, sono state segnalate all’azienda alcune problematiche. Secondo i delegati di fabbrica, infatti, ad inizio turno i dipendenti erano sprovvisti di mascherine, consegnate dopo circa due ore. Non sarebbe stata poi compiuta la formazione necessaria propedeutica all’uso e alla gestione delle mascherine stesse. Sempre secondo i delegati di fabbrica, lunedì sarebbero state riscontrate difficoltà all’ingresso di alcune portinerie nella misurazione della temperatura, oltre all’assembramento nella consegna dei cestini pranzo. Le Rsu hanno anche segnalato “un eccesso di personale nei reparti ed una mancata organizzazione atta a contenere il contagio”. Alcuni lavoratori non sarebbero stati infine avvisati del possibile rientro al lavoro.

Risposta di Ast  In risposta alle critiche ricevute dai sindacati lunedì, la proprietà di Ast ha sottolineato che “i lavoratori sono stati forniti di tutti i dispositivi di protezione individuale specifici e di ogni altra misura utile a prevenire il contagio” da coronavirus. Inoltre “le modalità di utilizzo delle mascherine sono state oggetto di una formazione specifica avvenuta il 16 marzo, che ha coinvolto tutto il personale”. Allo scopo di “garantire il massimo di trasparenza e condivisione” è stato costituito un comitato per l’applicazione e la verifica delle regole di contrasto al coronavirus, composto da tecnici e manager di Ast e dai rappresentanti dei lavoratori. È poi presente – viene spiegato – una task force aziendale, disponibile 24 ore su 24, in caso necessità di chiarimenti o istruzioni da parte dei lavoratori. “Il primo obiettivo di Acciai Speciali Terni – conclude la nota – resta la tutela della salute dei nostri lavoratori e non esiteremo a fermare di nuovo la produzione se venissero meno le norme di sicurezza”.


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