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Terni, ora è ufficiale ThyssenKrupp vende Ast al gruppo Arvedi: le reazioni

Written by on 16/09/2021

Terni, ora è ufficiale ThyssenKrupp vende Ast al gruppo Arvedi: le reazioni

Dalle parti è stato concordato di non divulgare il prezzo d' acquisto della vendita

16/09/2021

Operai Ast

Operai Ast

Arriva la tanto attesa fumata bianca.  La tedesca ThyssenKrupp, si legge in una sua nota, ha annunciato “la vendita di Acciai Speciali Terni, inclusa la relativa organizzazione commerciale in Germania, Italia e Turchia, alla società italiana Arvedi, raggiungendo così un nuovo traguardo nel riassetto del gruppo”.

Prezzo top secret

“È stato concordato – viene aggiunto – di non divulgare il prezzo d’ acquisto. La transazione è soggetta all’ approvazione del Consiglio di Sorveglianza di Thyssenkrupp AG e all’ autorizzazione dell’ autorità antitrust europea” Il gruppo AST, con un fatturato di circa 1,7 miliardi di Euro nell’ esercizio 2019/2020, impiega attualmente circa 2.700 dipendenti. Con la vendita, Thyssenkrupp – riferisce ancora la multinazionale- si separa dalla quarta società in portafoglio nel segmento Multi Tracks. “Si tratta – conclude la nota – di un ulteriore passo importante nella trasformazione del gruppo verso un “Group of Companies” altamente performante”.

La transazione

Per Martina Merz, Amministratore Delegato di Thyssenkrupp AG: “Questa quarta transazione dimostra come stiamo lavorando alle nostre priorità, facendo progressi decisivi nel processo di trasformazione di Thyssenkrupp.” Martina Merz continua: “La velocità di implementazione della strategia di focalizzazione del portafoglio è decisiva per il nostro processo di trasformazione. Allo stesso tempo, il miglioramento della performance resta la nostra principale priorità. Anche da questo punto di vista siamo a buon punto e continuiamo a lavorare. Volkmar Dinstuhl, CEO del segmento Multi Tracks e Presidente di AST integra le affermazioni: “Siamo lieti che il gruppo Arvedi sia il nuovo proprietario di AST in quanto promuoverà lo sviluppo di AST con investimenti e innovazioni”.  Grazie alla combinazione con AST, il gruppo Arvedi si consoliderà tra i principali player europei nel settore dell’ acciaio. Il Gruppo Arvedi, a controllo familiare, è attiva principalmente nella produzione e lavorazione di acciaio al carbonio e inossidabile. Arvedi impiega attualmente 3.500 dipendenti e ha annunciato investimenti significativi in relazione all’acquisizione di Ast.

La presidente Tesei

Parla di “risultato importante per i lavoratori, per Terni e per l’intera Umbria” la presidente della Regione Donatella Tesei secondo la quale la cessione dell’Ast dai tedeschi di Thyssen Krupp agli italiani di Arvedi “ha una valenza più ampia e rimette al centro la produzione di acciaio, rilanciando il tema nel nostro Paese. Accogliamo con piacere il passaggio ad una grande famiglia industriale italiana”. Parlando con l’Ansa, la governatrice ha sottolineato di “avere seguito passo passo tutte le vicende dell’Ast seppure con la dovuta e necessaria discrezione”. “Sono stata costantemente in contatto con il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti – ha aggiunto -, anche in occasione del nostro incontro di qualche giorno fa per sincerarmi dell’andamento delle trattative di vendita, trattative che si sono concluse a breve così come che avevo annunciato proprio in occasione della visita del ministro in Umbria. Ora bisogna attendere i tempi tecnici per la chiusura definitiva dell’operazione”. “Il mio impegno comunque non cessa – ha detto ancora Tesei – anzi prosegue, con l’attenzione che abbiamo sempre avuto nei confronti dell’Ast, in vista del piano industriale che dovrà salvaguardare i livelli occupazionali e rilanciare il sito di Terni”.

Il ministro Giorgetti

Dal canto suo il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti sottolinea come “questa conclusione rappresenta un tassello importante per la valorizzazione e il rilancio dell’acciaio italiano. Accogliamo con favore – va avanti il ministro – che la proprietà passi a un gruppo italiano e auspichiamo che questo si traduca anche in uno sviluppo dell’area industriale e in una tutela per tutto il territorio interessato. Con grande piacere – ha concluso – facciamo i nostri auguri ai lavoratori che possono guardare al futuro con nuova fiducia e all’azienda per l’impegno e la sfida che hanno raccolto”.

Il sindaco Latini

Il sindaco di Terni Leonardo Latini, invece, parla “di passaggio storico per l’acciaierie di Terni e per la siderurgia italiana». Da Palazzo Spada il primo cittadino, seppur “in attesa del completamento della procedura e in particolare delle verifiche dell’Antitrust, che non dovrebbero comunque creare problemi”, afferma che “da oggi si apre un capitolo nuovo, con una fase molto delicata  che è quella del confronto sulle prospettive della nuova proprietà alla quale fin da subito forniamo – dice Latini – la nostra disponibilità per un avviare un percorso condiviso nell’interesse di Terni”.

La Lega

Secondo il leader della Lega Matteo Salvini “l’acciaieria di Terni torna a una proprietà italiana dopo essere stata ceduta da un gruppo tedesco. È un’ottima notizia, dopo mesi di polemiche, che conferma l’ottimo lavoro della Lega al governo (e in particolare del ministro Giorgetti) e del sindaco Latini. Il prima possibile tornerò a Terni, anche per ringraziare l’amministrazione comunale e incontrare i rappresentanti dei lavoratori”.

Dai Dem

“La vendita di Ast Ternial gruppo Arvedi è un passaggio cruciale per la siderurgia italiana. Il Pd vigilerà e si impegnerà ad ogni livello e nel Governo perché integrità del sito, livelli occupazionali e proiezione internazionale siano garantiti e considerati priorità”. Così su Twitter il segretario nazionale del Pd Enrico Letta.  Dal Pd arriva anche l’intervento del vicesegretario Giuseppe Provenzano che definisce la vendita di Ast è “un passaggio cruciale per il futuro dell’acciaio italiano. Le questioni ancora indeterminate della vendita ad Arvedi, indichino una precisa direzione di marcia che non può che essere quella di una piena valorizzazione e crescita di una realtà che è già un’eccellenza e che può e deve consolidarsi sul piano dei livelli occupazionali, dei volumi di produzione e delle quote di mercato. Sarà fondamentale – conclude – il ruolo attivo del governo affinché si confermi il ruolo centrale di Ast nel piano generale dell’acciaio italiano”. Chiedono “un piano industriale efficace per la salvaguardia sia dell’integrità degli impianti e dell’indotto sia dell’occupazione del comparto” il segretari regionale, provinciale e comunale di Terni del Pd, rispettivamente Bori, Bellini e Spinelli e invitano “il governo ad assumere pienamente un ruolo di accompagnamento e di garanzia, attraverso il riconoscimento della centralità dell’acciaio nelle politiche industriali del Paese e una strategia coerente sulla siderurgia. I tre dem premono anche per avere chiarezza sulla annunciata partecipazione di minoranza di Thyssen nell’assetto societario e sul ruolo della finanza pubblica tramite la Cassa depositi e prestiti e quello eventuale dei fondi di investimento”.

Fratelli d’Italia

Anche Fratelli d’Italia, intervenire sulla vendita. “Grazie a un nostro emendamento la siderurgia è stata nuovamente inserita tra i settori strategici su cui estendere la golden power, lasciata scadere a fine anno scorso colpevolmente dal governo. Questo ha consentito di scoraggiare offerte potenzialmente ostili e sicuramente straniere che avrebbero sottratto l’intera produzione e di inox e magari soltanto acquisire quote di mercato e le tecnologie del sito. Invece, questo è stato evitato – dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Francesco Zaffini, coordinatore regionale di FdI in Umbria -. Adesso si apre una fase nuova e, onde non ripetere errori del passato, è necessario vigilare per evitare lo smembramento delle attività e lo spacchettamento dei servizi, attraverso accordi tra privati. Ora è necessario conoscere i dettagli della operazione ed il piano industriale. FdI continuerà il suo impegno affinché questo accordo porti al rafforzamento del sito, alla tutela dei livelli occupazionali, rilanciando un’azienda strategica per Terni, l’Umbria e l’Italia intera”.

Il ritorno di Ast tra le aziende di proprietà di gruppi italiani è certamente una suggestione che non ci lascia indifferenti e che, speriamo, possa essere il viatico per una più ampia riorganizzazione della siderurgia nazionale. La notizia della vendita – dichiara la capogruppo in Regione di Fratelli d’Italia Eleonora Pace – non può però rassicurarci totalmente. Del resto, già in passato, nell’allora percorso di privatizzazione delle Acciaierie ternane, le ipotetiche garanzie affidate al capitale italiano finirono dopo  pochi mesi in una beffa speculativa che consegnò l’intero sito nelle mani di Thyssenkrupp. Gli interessi nazionali della siderurgia italiana e del sito ternano devono perciò essere verificati alla luce di piani industriali e di garanzie di investimenti. L’Ast dovrà confermare la sua specificità con una rinnovata fase che abbia come cardine le produzioni a maggior contenuto di innovazione. Su questo, il governo non dovrà limitarsi al ruolo di sensale ma dovrà esercitare tutta l’azione possibile affinché sia garantito un futuro, degno di questo nome, al sito industriale e alle lavorazioni.Attendiamo di conoscere le reali intenzioni del Gruppo attraverso la presentazione del piano”.

Il deputato Nevi

Dal canto suo il parlamentare di Foza Italia Raffaele Nevi afferma che “abbiamo sempre detto che serviva un player industriale solido, e possibilmente italiano, per fare in modo che l’Ast di Terni avesse un futuro migliore, e il gruppo Arvedi corrisponde esattamente a queste caratteristiche”. Per Nevi è evidente che “sarà necessario vedere il piano industriale che il gruppo cremonese predisporrà per lo stabilimento ternano, ma sicuramente  – sostiene – la storia e la qualità del management che esso ha a disposizione sono una garanzia per il nostro territorio”.

Dipendenti in buone mani

“Siamo certi di consegnare Ast in buone mani. Nel corso delle trattative abbiamo potuto accertare che Arvedi offre al settore dell’acciaio inossidabile di Thyssenkrupp e quindi a voi, cari colleghe e colleghi, migliori prospettive per il futuro rispetto alla stessa multinazionale tedesca”: a dirlo, in una lettera inviata ai circa 2.300 dipendenti di Ast, è il cda dell’azienda ceduta al gruppo fondato da Giovanni Arvedi. Questo, sempre secondo il cda di Thyssen, si candida ora “costruire un soggetto europeo forte che si affermi con grandi capacità nella concorrenza globale e ottenga un successo destinato a durare nel tempo”. Oltre agli impegni negli investimenti nel settore dell’acciaio inossidabile, Arvedi, proseguono i vertici di Ast, ha presentato “dei programmi importanti per sviluppare il ruolo di Ast nel sociale e nei temi ambientali”. Quanto alle tempistiche della perfezione della procedura, nella lettera si ribadisce che “la vendita deve essere ancora approvata dalle autorità europee competenti in materia di concorrenza”. “Prevediamo – dicono ancora i componenti del cda – che possano esprimersi nel primo semestre 2022. Ciò comporta che entro la metà del 2022 Ast diventerà parte di Arvedi”. Fino ad allora le due società saranno concorrenti. Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, conclude la lettera, i dipendenti saranno “informati regolarmente in maniera trasparente in merito ai progressi nel processo di vendita”.

I sindacati

“Bene l’integrità del sito, attendiamo il piano industriale per un giudizio più complessivo” dichiarano in una nota congiunta Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia e Alessandro Rampiconi, segretario generale Fiom-Cgil Terni. “Ci attendiamo – ammoniscono – un piano di sviluppo che garantisca i livelli impiantistici, occupazionali e salariali dei lavoratori diretti e dell’indotto. È necessario e urgente che l’azienda convochi un tavolo formale con la Rsu e le organizzazioni sindacali e contestualmente che si riapra il tavolo presso il ministero dello Sviluppo economico. Chiediamo sin d’ora al Governo di mettere in campo tutte le azioni necessarie affinché vengano tutelate le produzioni più volte dichiarate strategiche nell’ambito del piano nazionale della siderurgia. Il Governo, ThyssenKrupp e Arvedi, valutino se esistono le condizioni per poter richiedere alla Commissione europea Antitrust di attivare la procedura semplificata al fine di imporre un’ulteriore accelerazione alla transazione, favorendo il confronto con la nuova proprietà al fine di certificare le garanzie di un reale e compiuto piano industriale che sia in linea con le aspettative annunciate”.

L’acquisizione da parte di Arvedi del polo dell’acciaio inox di Terni è una buona notizia, perché riporta sotto il controllo di una società italiana un pezzo strategico della siderurgia del nostro Paese rafforzando e consolidando la posizione di Acciaierie Arvedi in un mercato sempre più competitivo. Da una parte, quindi, si è realizzato quanto noi avevamo auspicato all’avvio della procedura di vendita da parte di ThyssenKrupp, dall’altra però attendiamo di avviare un confronto per conoscere il piano industriale e gli investimenti che devono avere al centro la salvaguardia occupazionale per dare una prospettiva solida e duratura al sito ternano”. Lo dichiarano Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, e Guglielmo Gambardella, Coordinatore nazionale del settore siderurgico. “Avere la possibilità di confrontarsi con un importante produttore di acciaio italiano, leader del settore siderurgico che ha sviluppato tecnologie ecosostenibili, e non più con una multinazionale estera, è una condizione positiva. Questa vendita dovrà porre fine alla fase di incertezza, durata diversi anni, vissuta da oltre tremila lavoratori ternani, fra indiretti ed indiretti da chi non aveva più interesse nell’inox”.

Trovano conferma – commenta Giovacchino Olimpieri, segretario nazionale Fismic Confsal – le indiscrezioni degli ultimi giorni nonché le parole del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti che aveva indicato la fine del mese come data ultima per conoscere il nome dell’acquirente del sito di Acciai Speciali Terni. È di oggi infatti l’annuncio da parte di Thyssenkrupp della vendita di Acciai Speciali Terni al gruppo Arvedi, confermando l’intero perimetro del sito comprensiva della rete commerciale in Italia, Germania e Turchia. Aspettiamo di conoscere il piano industriale dell’acquirente per un giudizio di merito. Ci aspettiamo un piano di sviluppo che garantisca i livelli produttivi, occupazionali e salariali dei lavoratori diretti e dell’indotto. Chiediamo al Governo di mettere in campo tutte le azioni necessarie affinché in fase di valutazione da parte della Commissione Europea Antitrust ci siano tutte le garanzie per un iter senza impedimenti”.

Fondazione Carit

Da Terni interviene la Fondazione Carit. “La conclusione positiva della vendita alla famiglia Arvedi dell’Ast è una bella notizia per i lavoratori e per la città di Terni”: a dirlo è il presidente, Luigi Carlini, in merito all’annuncio della cessione dell’acciaieria da parte di ThyssenKrupp. “Il tessuto sociale del nostro territorio – commenta – ha sofferto come il resto d’Italia le conseguenze pesanti della pandemia. A fronte dei posti di lavoro distrutti, nel terziario più che in altri settori, rincuora sapere che un’azienda come le acciaierie, simbolo e sinonimo di Terni, non è una storia da declinare al passato ma è una certezza che si staglia sul futuro di centinaia di famiglie”. Carlini si dice “certo che una volta definita la vicenda in tutti i dettagli, la città di Terni potrà trovare un nuovo respiro sociale e civile”. A nome della Fondazione, il presidente dell’ente rivolge quindi “gli auguri più fervidi ai lavoratori e alla nuova proprietà”.

La Chiesa

La Chiesa diocesana di Terni-Narni-Amelia si unisce alla generale soddisfazione per la notizia del passaggio di proprietà dell’Acciai Speciali Terni al Gruppo Arvedi. “La solidità industriale del gruppo acquirente e il suo impegno consolidato nell’economia sostenibile non possono che costituire una nota positiva e ricca di aspettative per il territorio, in attesa di conoscere il piano industriale e le linee guida dell’azienda Non può passare inosservato il fatto – si dice il comunicato –  che tale evento si verifica nella ricorrenza del quarantennale della visita alle Acciaierie di Terni di san Giovanni Paolo II, che la Diocesi di Terni – Narni – Amelia sta celebrando con varie iniziative, volte ad interrogarsi sui nuovi modelli di sviluppo dell’area ternana nell’ottica di un’economia circolare, civile ed ambientale così come indicato nell’economy di Papa Francesco. Esprimiamo l’auspicio che tale realtà industriale, dimostri lungimiranza e coraggio nel declinare il futuro dello sviluppo di Terni e della regione, anzitutto ponendosi in prima linea nell’incrementare la sfida occupazionale, nella attenzione ai giovani e alla loro formazione professionale, nel coniugare quanto più virtuosamente possibile la produzione, l’occupazione e la salvaguardia della salute e dell’ambiente. Invochiamo – conclude il comunicato –  la benedizione del Signore e la protezione di san Giovanni Paolo II sul nuovo Gruppo dirigente e su quanti, autorità, quadri, operai si apprestano a farsi carico e ad avviare questa impresa umana, industriale ed economica a beneficio del territorio e della nostra Italia”.

 


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