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Da Perugia a Dublino per il IX Incontro Mondiale delle Famiglie (FOTORACCONTO)

Written by on 22/08/2018

Da Perugia a Dublino per il IX Incontro Mondiale delle Famiglie (FOTORACCONTO)

22/08/2018

PERUGIA La delegazione perugino-pievese è partita domenica 19 all’alba per il IX Incontro Mondiale delle Famiglie con papa Francesco in programma dal 21 al 26 agosto, a Dublino, in Irlanda, come annunciato ieri da umbriaoggi.news.
Di seguito il fotoracconto delle giornate.

Fotoracconto

La partenza, domenica 19 agosto. Ore 3.30 del mattino. La pattuglia perugina al WMF (World Meeting of Families) è puntualissima sul piazzale di Montemorcino, pronta e carica per l’avventura irlandese. Composizione del gruppo: un certo numero di bambini, qualche ragazzo, coppie di sposi di diverse età, due preti e un vescovo. Imparerete a conoscerci nei prossimi giorni!

E’ ancora notte fonda… ma si intravede un pullman che ci attende…

Quello che gli occhi, ancora assonnati, vedono alle 3.30 del mattino…

Si fa l’appello. Tutti presenti…

Si parte……

BELFAST

Finalmente sul suolo irlandese! Siamo a Belfast, per un primo tour panoramico della città. La nostra guida, l’italianissima Giulia, fa le prime raccomandazioni: allacciare le cinture in autobus, guardare a destra quando si attraversa la strada, essere puntuali. Poi si lancia in una impegnativa (dopo 13 ore di viaggio!) sintesi della storia della città.

Il primo impatto con Belfast è il porto e il Titanic quarter: la zona dei cantieti navali dove è stato costruito lo sfortunato transatlantico, affondato dopo soli 4 giorni di navigazione nel 1912.

Anche se qualcuno dimostra uno scarso interesse……

Si prosegue con la visita del vivace quartiere universitario (anche se ora è tempo di vacanza). Le red brick houses (case di mattoni rossi) la fanno da padrone.

Con una breve passeggiata in centro si conclude il tour di Belfast e si va verso Derry (o Londonderry, per gli unionisti). Lungo la strada si butta l’occhio sui celebri murales a tema politico dipinti sui muri della periferia. Ricordo dei sanguinosi conflitti tra cattolici e protestanti degli anni ’70 e ’80.

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La prima giornata irlandese finisce con la cena al White Horse Hotel. Di solito noi italiani siamo difficili da accontentare riguardo al cibo. Ma che ne pensano i bambini?

 

SECONDO GIORNO

Secondo giorno, lunedì 20 agosto. La giornata del gruppo si è aperta con la Messa, celebrata in una sala dell’albergo. Don Lorenzo, commentando le letture, sottolinea la tentazione di chiudersi in se stessi e di vivere nell’egoismo; tentazione presente anche in famiglia, tra gli sposi e con i figli. È in Gesù che è possibile superare questo rischio, uscire da se stessi e vivere la vera comunione. Conclude augurando a tutto il gruppo di fare esperienza, in questi giorni, della fraternità gioiosa che è dono di Dio.

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Visita a Derry

La mattinata è dedicata alla visita di Derry, seconda città dell’Ulster, città medievale e teatro dei principali episodi dei troubles, com’è chiamato qui il conflitto tra cattolici indipendentisti e protestanti unionisti.

Il centro storico di Derry è tutto racchiuso dalle mura seicenteche, interamente percorribili a piedi. Un paio di km di bastioni e una fine pioggerellina non bastano a scoraggiare i nostri eroi. IIl tour tra cannoni e feritoie si interrompe solo per la visita della cattedrale anglicana e della parrocchia di San Colombano.

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Alla fine della passeggiata, una meritatissima sosta in un caratteristico pub, per pasteggiare a fish and chips e birra.

 

Siamo entrati in Irlanda, contea di Sligo, verdissimo territorio sull’Atlantico. Paradiso dei surfisti disposto ad affrontare la temperatura polare dell’acqua. Noi siamo interessati ad altri aspetti della questione. Tipo la montagna Benbulbem di avvolta dalle nubi, i prati verdi popolati di pecore e in genere il paesaggio che ricorda certe ambientazioni tolkieniane…

Lungo la strada per Sligo sosta nella chiesa anglicana di Drumcliffe, nota soprattutto per ospitare nel suo piccolo cimitero la tomba del poeta Yeats. La comitiva rimane però colpita da altre caratteristiche: il modo originale di raccogliere le offerte e il prossimo concerto di un prete che ha cantato in un talent show televisivo.

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La giornata si chiude con un incontro di condivisione e presentazione delle coppie partecipanti. Sono passate meno di 48 ore dalla partenza, ma lo spirito di gruppo è alto e anche le aspettative per quanto ci attende al WMF.

 

TERZO GIORNO

Nella mattina di martedì 21 agosto “tappa di trasferimento”, da Sligo al santuario mariano di Knock. Poco male, vista la giornata piovosa e il cielo plumbeo. La nostra guida Giulia ci propina una trattazione sulla cultura celtica, i suoi simboli e la storia misteriosa di questo popolo, tramandata oralmente fino a epoche relativamente recenti.

 

I bambini sono molto attenti quando si arriva a parlare del “mondo piccolo” sotterraneo, popolato di folletti, fate e altri esseri leggendari…

Il santuario di Knock ci accoglie con la solita acquerugiola. La visita del piccolo museo ci introduce nella storia del luogo. È il giorno anniversario dell’apparizione mariana, accaduta 139 anni fa. Domenica sarà qui papa Francesco. Nel 1879 15 persone, da 5 a 74 anni, hanno avuto un’apparizione silenziosa della Vergine: ognuno quindi può dare un senso a quell’evento. Knock era un piccolo villlaggio agricolo.

 

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Una curiosità: avvisi per un corso di esercizi in bellavista in un luogo quanto meno singolare… 

A mezzogiorno celebriamo la Messa nell’antica chiesa parrocchiale, sul cui muro esterno è avvenuta l’apparizione. Nell’omelia viene sottolineato il fatto che si tratta di un evento comunitario: la Madonna è affiancata da San Giuseppe, San Giovanni e l’Agnello in trono; anche i veggenti sono un piccolo popolo, 15 persone dai 5 ai 74 anni. Ciò richiama alla natura comunitaria della vita cristiana, in antitesi ad ogni egoismo e individualismo. Nel contesto della celebrazione viene anche amministrata l’unzione degli infermi a un gran numero di anziani e malati. Un momento bello e commovente, degno prodromo al WMF che inizierà stasera.

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Arrivo a Dublino

Finalmente a Dublino! Prime procedure di registrazione: consegna dei pass, dei buoni pasto e delle camere. Siamo ospitati in un college universitario, in cui ognuno ha una sua cameretta, con bagno e cucinino in comune con un altro. Qualche difficoltà logistica delle “big families” viene risolta con italico spirito di adattamento. Così come con analoga creatività viene risolta la questione della cena autogestita. Infatti la scoperta che “uso cucina” significa la disponibilità del locale, ma la totale assenza di utensili, ci disorienta solo per un attimo: una puntata al market più vicino provvede quasi tutto ciò che serve, e un cucinino diventa la cooking station per tutto il gruppo. Domani inizia il WMF!

 

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QUARTO GIORNO

Mercoledì 22 agosto. Questa mattina irish breakfast nella mensa del college. Si respira aria da incontro mondiale, con famiglie, preti e suore di diversi paesi, alle prese con i ticket, le code e le usanze alimentari del paese ospitante. Tipo l’uovo che sembra sodo e invece non lo è del tutto….

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Nella grande area del WMF non mancano gli spazi dedicati alla preghiera: c’è la classica cappella, allestita in un tendone, con l’Eucaristia esposta e una grande icona della Santa Famiglia. C’è anche un singolare e piccolissimo luogo, che riproduce una cella monastica irlandese del VI secolo. Si può rimanervi per soli tre minuti, immersi in un’atmosfera suggestiva.

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Nella sala 8C si parla di celebrare la famiglia nella tradizione giudeo-cristiana. Il card. Schoenborn introduce il tema, citando alcuni passaggi di Amoris Laetitia. Relatori sono un rabbino, un vescovo cattolico e uno ortodosso. Per il cattolico focus è la Bibbia, dove emergono luci e ombre della realtà familiare; d’altra parte la famiglia trasmette la benedizione di Dio ed è immagine della Chiesa. Diversità, originalità e sviluppo sono le tre coordinate della famiglia e della Chiesa che nasce dalla pentecoste. L’ortodosso parla della realtà sacramentale del matrimonio, in parallelo con l’eucaristia: il verbo si offre per divenire una cosa sola, come gli sposi. Per questo la famiglia è una piccola chiesa, animata dall’amore, fuoco dobato da Dio che va sempre alimentato. Il rabbino prende le mosse dal mondo dei social in cui i figli sono immersi. Sollecita ad imparare dai propri figli, ma anche ad un impegno educativo che affianchi e accompagni i propri ragazzi. Trasmettere entusiasmo è fondamentale per i giovani, che sono esposti a stimoli impressionanti, anche di carattere bullista. Perciò i giovani devono sapere di essere amati e appoggiati nonostante tutto. Per gli ebrei la casa è il mini-tempio, in cui coltivare “shalom bait”: la pace-in-casa.

 

Al padiglione 8A si è parlato di immigrazione. Dall’esperienza di accoglienza di rifugiati da parte delle comunità cristiane, si è rivelato che questo è un processo a doppia via, nel quale anche le nostre comunità escono arricchite e più solide in quanto spesso le famiglie di rifugiati mostrano quale è la vera vita familiare ad un occidente in cui il concetto di famiglia si va gradualmente erodendo. Infine siamo stati invitati tutti a diffondere la lieta novella Global compact per la migrazione nei confronti dei giornalisti che possiamo conoscere perché questo documento diventi visibile a tutti e venga applicato.

Anche i bambini con canti e momenti di laboratori sono invitati a riflettere sulle condizioni del nostro prossimo. Con la spontaneità e la genuinità che solo un bambino può avere attraverso disegni e libere produzioni nell’area children si è creata un clima di festa e di riflessione.

 

Nella seconda sessione del mattino alla sala 8A si parla di welfare familiare, alla luce della dottrina sociale della Chiesa, in rapporto alle tendenze economiche attuali, tese ad esaltare l’individualismo. I coniugi Zamagni evidenziano la deficienza delle politiche familiari in Europa, a motivo di un’errata concezione della famiglia e dei figli come “bene privato”. Serve un’idea diversa di famiglia come “bene comune” con i suoi 4 pilastri: gratuità, reciprocità, generatività e fecondità. Ciò implica riconoscere la famiglia come elemento fondamentale per produrre cose come fiducia, relazioni positive ed educazione, che sono indispensabili alla società. La politica dovrebbe supportare la famiglia in modo ben diverso: una diversa fiscalità, che tenga strutturalmente conto dei figli; una diversa modalità di armonizzare famiglia e lavoro. Un altro economista, Kinsella, sottolinea come la famiglia dà alla società degli apporti decisivi; la capacità di accettare ogni persona; la fiducia che nasce dalla stabilità e dalla fede nella verità. Senza riferìmento alla verità, infatti, non ci sono educazione, rispetto e fiducia. I governi dovrebbero tutelare di più la famiglia, mentre accade il contrario, come in Irlanda. Luigino Bruni conclude parlando di gratuita, che si impara in famiglia, mentre viene disprezzata in economia, perché si confonde con costo-zero. Ciò comporta in grave disagio sociale, poiché il gratuito sta a fondamento della società. L’economia va ripensata con diversa attenzione alla dimensione delle relazioni, cioè con ottica familiare (e femminile). Ciò consente di intervenire in modo diverso sulla povertà, sull’educazione e sulla condivisione.

I coniugi Mavis e Ron Pirola dall’Australia: “La Chiesa più grande ha molto da imparare dalla chiesa familiare”. “La gratitudine nel vedere il bene di Dio nell’altro”. “Nell’unione sessuale, non l’unica, ma la prima espressione del sacramento”. “Bene prezioso della spiritualità della sessualità”.

I coniugi Veronica e Jose Louis Villasenor, messicani, 36 anni di matrimonio, testimoniano l’aiuto di Dio e della Chiesa per riprendere la gioia di vivere nella prova più grande della loro vita, quando in un incidente hanno perso due dei loro quattro figli e si sono buttati in iniziative a difesa della vita e della famiglia.

I coniugi Rosa e Lauro Cueto, filippini, “La nostra casa è diventata fonte di gioia, di benedizione… concentriamo il nostro sguardo su Gesù che riconosciamo al centro del nostro matrimonio…di tutto ciò che facciamo”. “Dio è con noi e Dio è uno di noi!” “mia nonna, prima di morire a 104 anni è stata accudita da me… noi ci prendiamo cura dei nostri anziani” “sono molto grata di aver vissuto questi momenti”.

Nel secondo round del mattino, nella hall 2, si è parlato di come trasmettere la fede in famiglia. Paula e Joseph, Irlanda del Nord, Paula “con l’esempio e l’amore, nella correzione fatta con esempi, usando sempre dolcezza”. Joseph, “non sempre è facile fare il marito e il padre , ma l’esempio avuto dal padre gli permette di capire, migliorare il modo di comportarsi”.

Nella sala A Lidia  Borzi e Andrea Alessi hanno parlato della famiglia generativa oltre la fecondità biologica. Quando il figlio non arriva sentirsi comunque famiglia e non coppia per aprirsi al mondo essendo generativi nel mondo.

Nel pomeriggio tutto il programma si svolge nella Family Arena: uno stadio trasformato in grande spazio congressuale. Si iniziacon la conferenza di mons. Martin, vescovo di Armagh e presidente della Conferenza Episcopale Irlandese, che parla del benessere della famiglia in rapporto al futuro del mondo. La corretta concezione della famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e una donna va comunicata mediante una testimonianza gioiosa, convinti checostitusce un bene per tutta la societa.

 


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