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Antonio Alunni eletto nuovo presidente di Confindustria Umbria

Written by on 24/10/2017

Antonio Alunni eletto nuovo presidente di Confindustria Umbria

24/10/2017

ASSISIAntonio Alunni, amministratore unico di Fucine Umbre di Terni, è il nuovo presidente di Confindustria Umbria. Il vice presidente è invece Luca Tacconi, del Gruppo Tacconi di Assisi. Oggi al teatro Lyrick di Assisi, l’assemblea annuale dell’Associazione regionale degli industriali ha infatti eletto, nel corso della parte privata riservata alle imprese associate, il presidente e il vice presidente per il biennio 2017-2019. Al termine della relazione del presidente uscente Ernesto Cesaretti, concluso lo spoglio delle schede e durante la parte pubblica dell’assemblea, è stata annunciata l’elezione del nuovo presidente che, prendendo la parola, ha messo in evidenza quale sarà il suo personale impegno come nuova guida di Confindustria: “Il nostro dovere, la nostra missione come Associazione sono quelle, oltre che di difendere gli interessi delle nostre imprese, di perseguire l’interesse generale della nostra regione”. Un’Umbria che per Alunni “ha una parte essenziale della sua identità costituita dall’industria” e che “deve essere all’avanguardia nelle politiche di reindustrializzazione”. “Permettetemi di essere audace” ha detto Alunni che poi ha aggiunto: “Noi vogliamo che l’Umbria diventi la regione più business-friendly d’Italia e con una attenzione particolare alla dimensione etica, individuale, collettiva e anche dei territori”.

Noi viviamo in una regione che ha radici identitarie straordinarie. Alunni ha iniziato il suo intervento parlando di globalizzazione, sottolineando che “la crescita economica mondiale dovuta alla globalizzazione non è un fenomeno che ha conseguenze soltanto positive per tutti i Paesi, per tutte le persone e per tutte le imprese”. La globalizzazione, per Alunni, “obbliga ogni persona, ogni impresa, ogni territorio, ogni Paese, a ripensare le proprie competenze, il proprio capitale umano, il proprio capitale fisico, la propria vocazione produttiva”. “E mentre il mondo si globalizza – ha proseguito – ovunque vi è un ritorno alla considerazione delle proprie radici e della propria storia e noi viviamo in una regione che ha radici identitarie straordinarie e antiche ma su cui si sono innestati mutamenti ed innovazioni non meno importanti”.

Perseguire la reindustrializzazione della nostra regione. La crisi iniziata nel 2008, che ha ovviamente colpito anche l’industria umbra, ha fatto perdere capacità produttiva: lo ha sottolineato il nuovo presidente di Confindustria Umbria, affermando pure che “non abbiamo però perso le due cose più importanti per perseguire la reindustrializzazione della nostra regione, ovvero lo spirito imprenditoriale, che rimane forte e diffuso, e le grandi competenze professionali delle nostre maestranze e dei nostri tecnici, talvolta sottoutilizzate ma che con adeguate politiche attive volte alla reindustrializzazione possono essere rivitalizzate e pienamente valorizzate per le nuove produzioni industriali”.

I vincoli amministrativi incidono negativamente sull’iniziativa economica. “Noi imprenditori – ha evidenziato Alunni – siamo chiamati a fare la nostra parte per il bene comune della nostra regione, ma non possiamo riuscire adeguatamente nel nostro lavoro se la centralità dell’industria non è pienamente percepita e se il clima politico, civile e sociale intorno all’industria non muterà da quello attuale, che è almeno di scetticismo, ad uno di condivisione”. Rivolgendosi soprattutto alle autorità politiche, ed in particolare alla presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, Alunni ha fatto riferimento ad uno studio “che offre un’analisi sistematica dei singoli vincoli amministrativi che incidono negativamente sull’iniziativa economica”. Le problematiche e le soluzioni individuate dallo studio AspenInstitute Italia, presieduto dal professor Tremonti a cui sono andati i ringraziamenti di Alunni, riguardano anche quelle che dipendono dai livelli regionali e degli enti locali. “Quello che io chiedo alle nostre istituzioni politiche – ha affermato – è di voler cooperare con noi al fine di individuare quali sono le problematiche maggiormente rilevanti per il nostro territorio, e quali soluzioni possano essere adottate. Adottate nell’interesse generale di tutti i cittadini, non solo delle industrie e delle imprese in generale”.

La regione più business-friendly d’Italia. “I costi amministrativi non sono soltanto costi monetari, sono anche, e spesso soprattutto, costi-opportunità” ha osservato Alunni che su questo aspetto ha chiesto chiarezza: “Nessun reale processo di reindustrializzazione, e nessuna attrazione di nuove imprese, potranno mai essere realizzati in modo significativo se l’Umbria non riuscirà in questa sfida”. Una sfida che ha l’obiettivo di far diventare l’Umbria, ha ribadito, “la regione più business-friendly d’Italia”. “Perciò la competitività della nostra industria – ha dichiarato – richiede non solo azioni ‘in negativo’, di rimozione degli ostacoli, ma richiede anche azioni ‘in positivo’. Azioni sul capitale umano, azioni sulla promozione dei territori, azioni sulla gestione delle aree industriali, azioni sulla disponibilità di infrastrutture, fisiche e digitali. Per una regione nella quale le energie imprenditoriali, per fortuna così forti e diffuse in ogni settore produttivo, possano essere pienamente impiegate per la produzione di ricchezza per tutti i cittadini, e non debbano essere impiegate per superare ostacoli che sarebbe possibile evitare attraverso decisioni politiche adeguate, ed attraverso una amministrazione più efficiente, basata su regole conformi alla complessità dell’economia di oggi, ispirate dalle best practices nazionali ed internazionali”.

Noi crediamo nella dimensione dell’etica dei territori. L’apertura dei sistemi economici e sociali dovuta alla globalizzazione, secondo Alunni impone di ripensare alle identità dei territori, “per comprendere quali sono i nostri elementi di forza e quali sono i nostri elementi di debolezza nella competizione globale”. Quindi, “in un mondo che si apre, ritorna forte e quasi prepotente la dimensione etica dei territori” ha concluso Alunni, ovvero “ciò che unisce, e deve unire, le persone che sono nate, sono cresciute e vivono la loro vita in un determinato territorio, e coloro che in questo territorio hanno deciso di venire”. “Noi crediamo che questa dimensione dell’etica dei territori sia fortissima nella nostra regione – ha infine sottolineato Alunni – e crediamo che essa sia un fattore di rilevanza fondamentale per la competitività delle nostre imprese, e quindi per la prosperità della generazione attuale e delle generazioni future”.

Cesaretti L’assemblea confindustriale regionale è stata aperta dal presidente umbro uscente, Ernesto Cesaretti che ha ricordato, tra le molte cose di cui ha parlato, che “nel guidare Confindustria Umbria è restato sempre fedele ai caratteri dell’ascolto e dell’equilibrio”, mettendo in evidenza come “le classi dirigenti non siano ancora riuscite a prendersi cura delle prossime generazioni. Non lo abbiamo fatto a sufficienza – ha detto – e lo dimostrano la bassa occupazione giovanile, che è il vero ‘tallone d’Achille’ italiano, ed anche umbro, e la fuga dei cervelli. Per arginare il depauperamento del capitale sociale e umano, Confindustria ha sostenuto con forza la necessità di tagliare il cuneo fiscale per i primi tre anni per i giovani neo assunti a tempo indeterminato. Confindustria Umbria ha cominciato ad affiancare le imprese che si avvicinano ad Industria 4.0 con investimenti che introducono in fabbrica l’interconnessione delle macchine, la gestione dei big data, le tecnologie d’avanguardia. Siamo stati i primi in Italia a costituire il Digital Innovation Hub che coinvolge le eccellenze locali e nazionali nelle varie tecnologie abilitanti. Gli abbiamo dato una fisonomia che valorizza le competenze umbre, aprendoci a prestigiose realtà internazionali, come l’Istituto Italiano di Tecnologia. Da soli possiamo fare molto, ma non tutto. Sentiamo forte la necessità di definire insieme un nuovo progetto per la regione, per le imprese, per la società, in modo da guardare oltre le posizioni di comodo, le piccole convenienze, gli interessi di parte”.


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